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secolo xiv 49


Tale riunione di Varenna e Bergamo sotto un solo luogotenente fa pensare ad una dipendenza di Varenna da Bergamo almeno per le questioni giudiziarie.

Nell’archivio notarile di Milano (Cassa 442.4) esiste un lunghissimo processo relativo ad una eredità degli Scotti di Varenna. Negli atti, rogati dai notai Branzoli Nicola, Bernardo Milliocci e Federico Tohelmanis tutti di Varenna, negli anni 1382 e 1383, viene agitata l’importante questione se Varenna dipendesse direttamente da Milano, ma per le contradizioni dei testi, per le lacune nel documento, e per la mancanza delle conclusioni, la questione rimane insoluta. Ad ogni modo crediamo utile riassumere le parti principali.

Giacomo Scotti, figlio ed erede di Pietro Scotti di Varenna morto nel 1381, ab intestato, non lasciò discendenti, ma un fratello, due sorelle germane e sei sorelle consanguinee. Cinque delle sorelle erano maritate fuori della giurisdizione di Milano, e per conseguenza secondo gli statuti di Milano non avrebbero potuto aver parte nell’eredità del fratello; almeno così affermavano Giorgiolo del fu Pietro, i fratelli Simone e Giorgio Scotti del fu Giovanni, di Varenna, e la signora Belfiorina Scotti figlia del fu Pietro, e vedova del fu Francesco Andriani di Corenno.

Essi protestavano contro il sequestro di eredità dei beni del defunto fratello in Varenna e Mandello, dietro istanza delle sorelle Scotti, sposate nella giurisdizione di Como.

Entrambe le parti furono citate davanti a Guglielmo Ingenieri, vicario del podestà di Bergamo, giudice delegato dell’egregio e potente Soldato Guglielmo Gonzaga, e Filippino da Lodi, a ciò delegati dal magnifico Signore Rodolfo Visconti, luogotenente in Bergamo del magnifico Bernabò Visconti suo genitore. Le sorelle Scotti erano rappresentate nella controversia dal loro procuratore Giacomo Tenca. E il 26 giugno 1382 Scotti si presentò al tribunale di Bergamo, a nome suo e degli altri eredi in Varenna, e ottiene da Guglielmo Gonzaga e Filippo da Lodi, che sia revocato qualunque provvedimento preso sui beni dell’eredità Scotti.

Gli Scotti di Varenna nel loro reclamo, accennano ad una circostanza che prova la ricchezza di cui poteva disporre questa nobile famiglia in quel secolo, poichè affermano che il defunto Giacomo Scotti, sosteneva la quarta parte degli oneri che incombevano al comune di Varenna, oneri che verrebbero ad aggravare sui supplicanti e che sarebbe impossibile per loro di sostenere, se l’importante eredità, spettasse a gente estranea alla giurisdizione di Varenna. Nel Settembre il dibattimento della causa entra in una nuova fase, e cioè si svolge un appassionato dibattito tra le parti contendenti, per provare, da parte degli Scotti di Varenna, che Varenna ha sempre appartenuto alla giurisdizione di Milano, e da parte delle Sorelle Scotti, per provare che Varenna non aveva mai fatto parte di quella giurisdizione, e che i Vicari di Varenna


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