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mento. Di questo vano tentativo di ricognizione della grotta ha qualche cenno anche Paolo Giovio. Sull’avvenimento la tradizione ci ha tramandato una graziosa leggenda posta poi in versi da Pietro Turati1.

Visitò la caverna nel 1539 il dotto Nicolò Boldoni di Bellano, zio del letterato e medico Sigismondo Boldoni. In una lunga lettera da lui scritta, nel febbraio del 1539, al conte Francesco Sfondrati, feudatario della Riviera e di Varenna e che possedeva una magnifica villa poco discosto dal fiume Latte, egli espose delle teorie su questo fiume che non hanno assolutamente nulla di scientifico. Ai suoi tempi vari altri scrittori tra i quali Tristano Calco, Porcacci, Borsieri, Alessandro Giovio2, Luigi Rusca e Paolo Bertarelli scrivono, decantando in prosa e in versi, le meraviglie del fiume Latte. Nei tempi più vicini ai nostri, Giovanni Battista Giovio, letterato comasco, discendente dagli altri Giovio dei quali si è fatto cenno, ne parla lungamente3. Egli nota come gli scrittori non sieno d’accordo nello stabilire la durata del periodo in cui il fiume Latte è in attività. Vi fu persino qualcuno, come Paolo Bertarelli, che giunse a fissare al 25 di marzo il giorno in cui ogni anno il fiume verrebbe alla luce4.

Ritiene O. B. Oiovio che il fiume spumeggi per un periodo di nove mesi almeno, che qualche rarissima volta cessi del tutto come nel 1540, e che talora scorra anche nell’inverno se mite e piovoso. Egli, pur ammettendo che sia alimentato dallo sciogliersi delle nevi e dei ghiacci, ritiene che vi concorrano in gran parte le acque piovane. Ma egli si domanda: Come mai ci sono tanti fiumi che in climi più freddi e pur scaturendo di sotto il ghiaccio scorrono tutto l’anno? E conclude confessando di non sapersi rendere ragione del perchè il fiume Latte non scorra per tre mesi dell’anno.

Anche Davide Bortolotti5 nei primissimi del XVIII secolo scrisse un racconto leggendario secondo il quale due cappuccini entrati nella caverna del fiume Latte durante l’inverno vi si smarrirono e non ne uscirono più vivi; nella primavera all’improvviso irrompere dalle acque furono visti comparire travolti da esse i due cadaveri.

Il Bertolotti dopo aver ripetuto presso a poco quanto hanno detto gli altri, dà una strana notizia e cioè che dopo una pioggia di tempesta, le acque del fiume Latte trabocchino colorate in rosso. Ciò non consta, a meno che egli abbia inteso dire che escono sporche e terrose il che si verifica difatti.

  1. Vedi Le sette Vergini del Lago. Pubblicato in appendice in Como e il suo lago. Giorgietti. Como 1859.
  2. Alessandro figlio del celebre Benedetto Giovio.
  3. Como e il Lario. Commentario di Poliante Lariano Capo XIV. Como. Tip. Ostinelli, 1793.
  4. Paolo Bertarelli. Il borgo di Menaggio. Como, 1635.
  5. Davide Bortolotti. Viaggio al lago di Como. Ostinelli, 1821.