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secolo xiv 39


Noi abbiamo già citato largamente questo documento nel capitolo precedente, qui vogliamo solo far risaltare come nella supplica fatta dagli abitanti di Varenna a Gastone della Torre, e per questi al suo vicario Alberto da Velate, canonico della Metropolitana di Milano, i Varennesi chiedevano che fosse consacrata la chiesa di San Giorgio e le altre chiese di Varenna, i cimiteri, gli altari e i calici, il che fa suppore che le dette chiese fossero state profanate dagli usurpatori della mensa arcivescovile.

Dalla detta pergamena appare che frate Davide Della Scala, genovese vicario del vescovo di Como, ha consacrato il solo altare della chiesa di Santa Maria di Varenna, nel quale ha deposto e suggellate le reliquie di San Lorenzo e di altri santi sconosciuti. Onde concede indulgenza dei peccati, a tutti quelli che si saranno confessati e avranno visitato detto altare nell’anniversario della consacrazione e per tutta l’ottava.

Questa chiesa di Santa Maria che nella pergamena è così descritta «situata fuori Varenna ma presso il detto borgo» è certamente la chiesa di Santa Maria del Monastero di Varenna.

Nel maggio 1320 Lecco con la Riviera, la Pieve di Incino ed altri luoghi delle due rive dell’Adda, si sottrassero all’obbedienza di Matteo Visconti, e fecero dedizione alla Chiesa, che accettò la loro sudditanza1. Tale stato di ribellione di Lecco e Riviera verso Milano, durò ancora vari anni, sino al 1336 allorchè Azzo Visconti s’impadronì di tutto il territorio comasco e del Comitato di Lecco, che, secondo il Fiamma, erano rimasti ribelli a Milano per quaranta anni2.

E’ noto come nel Medio Evo si facesse traffico delle decime ecclesiastiche che passavano anche nelle mani di laici, nonostante i divieti della chiesa.

Troviamo in Varenna un esempio di tali trapassi di decime tra laici e laici. Nel 1324 alcuni membri della famiglia Vicedomini di Cosio e di Traona, investono Giovanni de Pino, figlio del fu Arderico, di Varenna, di tutte le decime e diritti di decimazione nei territori di Civenna, Limonta e Agrario di Bellagio3.

Da un codice dell’archivio vescovile di Como, si ricava che i Franzani di Varenna hanno tenuto per circa un secolo una porzione

  1. Biscaro Giannina, Le relazioni dei Visconti di Milano con la Chiesa in Archivio St. Lombardo, 1919 fasc. 1 e 2. - Tollat, Lettres Comm. de Jean XX, n. 12092.
  2. Fiamma Galvano, Opusculum de gestis Azzonis Vicecomitis in Muratori Rerum It. Scriptores, tomo IX, pag. 1013
  3. Atto del 6 maggio 1324 rogato dal notaio Giacobino Mazza del fu Pietro di Varenna. Pergamena esistente nell’archivio parrocchiale di Varenna.