Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
36 | vittorio adami |
e pressochè libere le due colonne in corrispondenza dell’odierna balaustra.
E’ facile arguire poi che tra il XVI e il XVIII secolo l’aspetto interno della chiesa ha subito una nuova fase, essendosi formati gli attuali pilastri racchiudenti le colonne, chiusi i due archi laterali all’attuale altare maggiore, e costruito il cornicione. La sacristia trovavasi prima sul lato opposto a quello dove oggi trovasi il campanile, eretto nel 1652-53. Alla metà del secolo XVI era costituito da due soli pilastri con tre campane; fu costruito l’altare maggiore, l’organo ecc. Sull’altare maggiore, presso gli armadi dove stanno rinchiuse le reliquie si vedono dipinti degli agnelli; sotto le lesene si scorgono le colonne di vero marmo.
Malgrado queste notizie che abbiamo potuto raccogliere, la data di fondazione della chiesa di San Giorgio di Varenna continua a rimanere per noi un’incognita.
Riguardo alla chiesa parrocchiale di San Martino di Perledo si legge nei documenti della visita pastorale dell’anno 1895 che la chiesa venne edificata nel 1100, e ricostruita nel 1613.
Il Boldoni nel suo Lario riferisce la solita leggenda di tutte le chiese lombarde secondo cui la Regina Teodolinda sarebbe stata la fondatrice della chiesa di San Martino e della torre campanaria che ancora oggi si ammira.
Isolate notizie storiche delle quali abbiamo preso appunto nelle nostre ricerche su questo periodo della Storia di Varenna sono le seguenti:
In una lista di scomunicati dal Vescovo di Como, Giovanni, e di eretici conservataci dal codice Bonomi (AE 15, vol. 32) in data 6 aprile 1282, è nominato Salvadeo Calvaxina de Varena come membro della fazione, scacciata dalla città, dei Rusca, che devastarono la chiesa di Santa Maria ed invasero il vescovado.
Nel principio del secolo XIII visse frate Giacomo da Varenna1 che fu il primo preposto degli Umiliati di Milano. Frate Nicola da Varenna, dell’Ordine dei Predicatori, è nominato il 3 febbraio 1274 arbitro, con frate Guglielmo Bosis dello stesso ordine, in una questione tra il convento di Acquafredda ed i comuni di Sala, Osena e Genzana.
Nel memoriale della famiglia De Matti, edito in parte dall’Arrigoni havvi quest’annotazione: L’11 di ottobre 1235 Giovanni Antonio de Matti di Tondello fu fatto in Introbbio capitano della Milizia di Valsassina.
- ↑ Tiraboschis Hieronimo, Vetera Humiliatorum Monumenta, e Biblioteca Ambrosiana, Carte Pagensi. Atto 25 aprile 1282.