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secoli xix e xx | 355 |
Nel 1647 fu messo nella Maggiore Carlo, cavaliere di S. Stefano, Nicolò fu Canonico e Cavaliere di S. Stefano che morì nel 1707, Carlo Cavaliere di S. Stefano nel 1706 e Giovanni Battista Duano nel 1722.
Il Cavaliere Carlo Serponti era tra i delegati del comune di Pescia eletto a felicitare il duca Francesco di Lorena e Maria Teresa venuta in Toscana.
La famiglia Serponti ha la cappella nella chiesa di San Francesco e la sepoltura in marmo».
Il ramo di Toscana è ancor vivente. Difatti Enrico Serponti fu Gaetano nato in Pescia il 26 marzo 1796 è morto il 27 aprile 1881 lasciando due figli Brigida e Roberto. Roberto ha viventi due figli, Alfredo nato nel 1871 marito di Molendi Ida residente a Marsiglia e Marcellina nata nel 1876 moglie di Ramboldi Filippo domiciliato in Alessandria.
Fra le famiglie di Varenna degne di menzione notiamo quella dei Bellati.
Bellati Luigi di Vincenzo nato a Taceno (Valsassina) nel 1799, morto a Varenna (Prov. di Como) l’11 Novembre 1884. Percorse la carriera giudiziaria andando in riposo col grado di Consigliere Onorario di Corte d’Appello.
Durante il suo servizio ricevette molte lodi per il suo zelo e per il suo amor patrio.
Per i suoi sentimenti altamente patriottici dall’I. R. G. fu dal 1849 al 1859 privato dell’impiego e messo a confino a Varenna. Fu marito ad Antonietta Venini e padre di cinque figli: Chiara, Giacomo, Giuseppe, Agostino ed Emilio.
Beilati Giuseppe di Luigi e di Venini Antonietta, nato il 12 Marzo 1841 a Chiavenna, Provincia di Sondrio, morì a Como l’11 Luglio 1916. Frequentò l’Università di Pavia e Padova, conseguì la laurea in legge all’Università di Napoli. Bersagliere volontario prese parte alle campagne Garibaldine del 1860 come caporale volontario nella Brigata Astanti. Entrò nella Scuola Militare di Modena nel 1861, ne usci Sottotenente nel 1863, percorse la carriera militare nell’arma di fanteria e Corpo di Stato Maggiore raggiungendo il grado di Tenente Generale. Chiuse la sua carriera come Comandante Generale dall’Arma dei Reali Carabinieri.
Era decorato della medaglia d’argento al valor civile per «l’atto coraggioso compiuto il 19 settembre 1882 in Verona, adoperandosi con manifesto rischio della vita al salvamento di varie persone pericolanti nella innondazione che desolò quel territorio e rendendone men gravi i luttuosi danni».
Venne inoltre encomiato solennemente «per l’opera intelligente ed energica prestata durante il tempo in cui ebbe a comandare il presidio di Pavia e per le disposizioni saggiamente date contro i tumulti verificatisi nel maggio 1898, le quali valsero ad impedire il rinnovarsi in detta