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invocandone aiuto nella ricerca della villa e con ansia assai maggiore a quella che gli farà seguire più tardi le sorti dei suoi lavori in Italia.

Siate sempre buona con me - conclude l’innamorato maestro - e non avrete a deplorare la mia ingratitudine.

Mercè l’intervento dell’ottima Giovannina, la villa «è trovata a Fiumelatte di fronte a Bellagio e Wagner può offrire alla futura moglie Cosima il dono gradito». A noi però non consta che Wagner e Cosima abbiano soggiornato in una villa di Varenna.

Un assiduo frequentatore di Varenna nella stagione estiva era Leopoldo Marenco. Il commediografo e letterato abitava nella casa dei Pirelli detti Tinai in riva al lago.

Una gran parte dei suoi lavori il Marenco scrisse mentre era a Varenna, e li dettava alla signorina Maria Vismara tutt’ora vivente, a Rapallo, che sposò poi nel 1872 Francesco Marquez.

Leopoldo Marenco venne a Varenna per oltre dieci anni, e vi scrisse ventisette produzioni; fra le quali «Lo spiritismo, La Celeste e il Falconiere».

Col Marenco era la moglie contessa Gianotti Sandra, sorella del conte Gianotti primo gentiluomo d’onore di Re Umberto.

Artisti e letterati tra il 1870 e il 1880 si davano convegno nella stagione estiva presso il Marenco in casa Tinai. E così vi troviamo il pittore Sebastiano de Albertis, il Capuana, il Ponchielli, il Verga, lo scrittore Cencio Poggi, Cesare Rossi, il Pietro Cossa autore del Nerone, il maestro Platania direttore del Conservatorio di Palermo, Viganò, Ricordi, Giuseppe Verdi, ed il celebre violinista Gaetano Braga che a Varenna musicò la notissima Leggenda Valacca. Il Braga ha pure composto a Varenna «Le melodie di Varenna». Fu ospite del Marenco in casa Tinai il maestro Scontrino di Trapani autore della Matilde su libretto del Marenco, ed il pittore Pittara, autore di rinomati quadri storici, di cui Torino conserva le opere migliori nella sua galleria di belle arti. Il Braga negli ultimi anni di sua vita volle ritornare nella sua prediletta Varenna prendendo alloggio all’albergo Olivedo.

Soggiornò anche a Varenna il poeta e patriota Giacomo Marchini il quale in una lettera ad una signora così scrive di un pranzo a Regoledo:

«L’altro ieri (perchè qui ci si è fitto in capo di mandarmi a Milano con una faccia da V.... d’estate in sedicesimo) fui ancora a Regoledo ma non a colazione, a pranzo. Se avesse veduto il poarett con che disinvoltura rovesciava sulla tovaglia il bicchiere alla principessa Gonzaga, che ebbe l’onore di sedergli a fianco, e che parlantina sfoderava in causa specialmente della bottiglia di Francia! Vi furono brindisi a Marenco e alle signore: io lessi il mio, ch’Ella conosce, a Poldo meritandomi fra il plauso generale certi sguardi che sembravano le ultime parole che ho mandato a Lei....».