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334 | vittorio adami |
Relazione del T. Col. Medici
«A Lecco trovai che il maggiore Blondeau con un distaccamento del genio francese aveva per ordine dell’Imperatore minata in vari punti la strada che da Lecco costeggiando il Lago mena a Colico,.... A me doleva, non meno che alle popolazioni de’ paesi del lago, il vedere rovinata un’unica e tanto preziosa comunicazione, e vi era grande ansietà quando io arrivai a Lecco, perchè appunto in quel giorno giungeva l’ordine imperiale di dar fuoco alle mine.
Presi allora sopra di me di intimare al maggiore francese, a nome del re, la sospensione delle mine di quella strada, almeno fino a tanto che l’imperatore, informato della marcia di Garibaldi, che io precedevo in Valtellina, decidesse sulla convenienza di rovinare ovvero di conservare una tanto importante comunicazione dietro di noi.
Venne come era da aspettarsi l’approvazione imperiale, e così fu salva quella strada, che a mio avviso non si sarebbe neppure dovuto pensare di rovinare, bastando pochi uomini barricati entro una delle sue gallerie con pochi cannoni.
Il 27 Giugno 1859 Varenna vedeva sfilare nelle sue acque la brigata Cacciatori delle Alpi comandata da Garibaldi e diretta allo Stelvio.
Erano giorni di entusiasmo quelli, e quel caldo amore di patria esercitava il suo influsso persino nei nomi imposti ai neonati. Infatti sfogliando i registri battesimali dell’anno 1859 della parrocchia di Varenna e di Perledo troviamo i seguenti nomi: Pirelli Maria Vittoria, Pirelli Enrico Vittorio Emanuele, Cavalli Gaspare Vittorio Emanuele, Vitali Vittorio e Tarelli Maria Vittoria.
Lo scoppio della guerra del 1859 aveva trovato a Nizza in aspettativa col grado di sottotenente il Giorgio Greppi del quale si è già parlato. Non appena ebbe sentore della probabilità di una nuova guerra pel riscatto nazionale chiese ed ottenne di rientrare in servizio militare senza aspettare il termine dall’aspettativaFonte/commento: 526. Assegnato al 10° reggimento fanteria, il 21 maggio 1859, con la sua compagnia passava a guado la Sesia presso Vercelli, con l’acqua sino al collo, sorprendendo e fugando il nemico. Il 28 partecipava ad altro combattimento, ed il 30 alla battaglia di Palestro, ove fu gravemente ferito ad una gamba. Venne ricoverato all’ospedale di Vercelli e quindi a quello di Torino. Il 6 giugno veniva promosso tenente, ed il 20 dello stesso mese riceveva la medaglia d’argento al valor militare, per le belle doti militari spiegate durante la battaglia di Palestro.
Uscito dall’ospedale si recò a Varenna per passarvi la convalescenza. «Dopo undici anni di passato esilio» scrive nel suo diario «giunsi finalmente nel mio paese in seno alla famiglia, ai parenti agli amici! Invano tenterei descrivere le impressioni che provavo mano mano che