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secoli xix e xx 327

di gratitudine che noi porgiamo alla memoria di un martire, dicano alla vedova ed ai figli: Su questa terra infelice sonvi milioni di uomini che si dolgono ai vostri dolori che vendicheranno quel sangue, e quando la patria erigerà un tempio ai Valorosi ed ai santi, segneranno fra i primi il nome di Andrea Brenta1.

Ferrari, relatore.     


(Dalla Democrazia italiana).

Per indurre il governo a pensare alla misera famiglia dell’eroe nel N. 191 del giornale «Il Pungolo» del 29 dicembre 1859, veniva pubblicata la seguente poesia:


LAMENTO

d’una figlia del povero Brenta.


O Pellegrin che passi per la via,
     La mia povera storia vuoi saper?
     Io son di Vall’Intelvi in Lombardia
     E fu mio babbo della valle ostier.

Nel quarantotto sventolò il vessillo
     Che portava dipinti i bei color,
     E per la valle risuonò lo squillo
     Delle patrie vendette annunziator.

Ma fu breve la pugna e sfortunata
     E il padre mio fu fatto prigionier,
     Trascinato sul pian di Camerlata
     Il piombo lo finì dello stranier.

Il paterno mio tetto m’han bruciato
     Ed era bello e degno d’ospitar,
     Il mio babbo me l’hanno fucilato,
     Pellegrino! è una storia da straziar.

Interrogati i parenti del Brenta che vivono tutt’ora a Varenna ed i vecchi del paese si sono potute raccogliere le seguenti notizie che costituiscono la tradizione della famiglia.

Il Brenta prima di morire avrebbe chiesto un vicario, ed avrebbe gridato tre volte Viva l’Italia! Dopo la sua fucilazione venne sepolto sul luogo del supplizio e cioè a Camerlata, ma dopo qualche giorno il suo corpo venne portato a Como. Aveva ancora il padre, il quale si recò al

  1. Pietro Conti: L’insurrezione della Val Intelvi Tip. Coop. Comense 1896. Ottolini Vittorio: La rivoluzione lombarda 1848-49. Milano, Hoepli 1887.