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secoli xix e xx 309


La chiesa di San Giorgio si abbellì nel 1894 di un nuovo organo costrutto dalla ditta Pacifico Ingoli.

Nel 1895 dai proprietari della villa del Monastero venne richiesta alla Prefettura la soppressione dell’oratorio del Monastero dedicato alla Beata Vergine Maria. Fu allora interpellato l’Ufficio Nazionale per la conservazione dei monumenti in Lombardia, il quale, dopo visita sul luogo, dichiarò che quella costruzione non presentava alcun interesse nè per l’arte nè per la storia.

Il vescovo di Milano con suo decreto 25 ottobre 1898 autorizzò di cedere in proprietà agli eredi della signora Seufferheld l’oratorio del Monastero, dietro compenso di lire 5000 più una casa colonica con adiacente terreno perchè quivi si erigesse un altro piccolo oratorio, a scopo di raccogliere la gioventù nei giorni festivi.

Con R. Decreto 2 novembre 1899, la Fabbriceria della Chiesa parrocchiale di Varenna fu autorizzata ad accettare il legato di lire 3000 disposto dall’ingegnere G. B. Torretta per l’ampliamento della Chiesa stessa.

Il preventivo che si conserva nell’archivio parrocchiale per il prolungamento della chiesa parrocchiale di S. Giorgio di Varenna fatto dall’architetto G. B. Torretta nel 1897, presenta la pianta e la sezione trasversale della chiesa come era nel nell’XI secolo secondo i risultati delle ricerche compiute dal Torretta stesso; com’era nel XVI secolo rilevata da ineccepibili documenti, ed infine come si trova attualmente.

Dell’originaria chiesa costrutta secondo A. Torretta verso l’XI secolo non restano in oggi che le colonne racchiuse negli attuali pilastri, le murature perimetrali a limitata altezza, le finestre otturate dal cornicione esistente, ed alcune grosse pietre che servivano alla posa delle armature in legno a copertura dell’edificio1.

Fra il 15° e il 16° secolo vennero erette le volte attuali con gli archi a sesto acuto nel senso trasversale conservandosi però ancora libere le colonne e gli archi aperti tra l’altare maggiore -e le due cappelle laterali nonchè l’altare appoggiato al muro di fondo dove oggi trovasi il coro e ciò si rileva dal verbale 25 giugno 1573 della visita pastorale del cardinale Carlo Borromeo nel quale è detto: questa chiesa est tota fornicata et habet tres naves con tribus coloni et grates archis e questo perchè al posto delle due pareti laterali all’altare maggiore c’erano due archi aperti, (come lo dimostrò un assaggio praticato) e pressochè libere erano le due colonne in corrispondenza dell’odierna balaustra.

È facile arguire poi che tra il 17° ed il 18° secolo ebbe a subire un nuovo rimaneggiamento, essendosi creati gli attuali pilastri racchiudenti le colonne. Queste innovazioni risultarono dopo aver chiuso i due

  1. Non avendo alcun documento sull’esistenza di questa chiesa nell’XI sec., lasciamo al Torretta la paternità della sua asserzione.