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secoli xix e xx 307

di diritto della parrocchia viciniore l’eseguire i funerali, per non esservi in Varenna un vicario spirituale delegato.

Sostanzialmente il titolo per cui intervenne il clero di Perledo era per arrogarsi il diritto di Capo di Pieve verso Varenna.

Ma al momento in cui si iniziavano le cerimonie intorno al catafalco la folla che si trovava raccolta nella chiesa parrochiale per assistere alle esequie del suo Parroco incominciò a dare segni evidenti di malcontento, e già stava per incominciare un vero tumulto contro il clero di Perledo quando l’autorità locale invitò il clero medesimo ad interrompere la cerimonia.

Questo fatto venuto a conoscenza dell’arcivescovo di Milano provocò la seguente sua lettera indirizzata al parroco di Perledo:


N. 689


Molto Reverendo Signore,

Per un speciale riguardo ai riconosciuti meriti del Sac. Alessandro Papetta da Noi nominato alla Parrocchia di Varenna ed anche per calmare gli animi di quella popolazione di troppo inclinata a trascorrere su questo punto a pericolose escandescenze, siamo venuti nella risoluzione di nominare quel Parroco Vicario Foraneo in luogo. Nell’avvertire pertanto V. S. che d’ora innanzi cessa ogni sua ingerenza in quel paese Le impartiamo la Pastorale Benedizione professandoci

aff.mo suo
C. G. Card. Arcivescovo



Al M. R. Sig. Prevosto Parroco Vicario Foraneo di Perledo.


Nel 1835 rimasta vacante per la morte del sacerdote Lelio Mornico la cappellania eretta sotto l’invocazione della Beatissima Vergine Maria del Monastero e di Santa Marta, nella chiesa parrocchiale di Varenna, di presunto diritto patronale delle famiglie Mazza1 e Serponti, il Signor marchese Don Carlo Serponti tanto per se stesso, quanto qual procuratore del di lui zio Don Angelo Serponti non che dei due suoi fratelli Don Giulio Cesare e Don Pio, nominò alla predetta cappellania il chierico Bernardo Sironi.

La Delegazione Provinciale di Como nel 1850 emana un editto, col quale avverte che essendosi reso vacante il beneficio ecclesiastico di Santa Maria Elisabetta, fondato nella Chiesa parrocchiale di Varenna, di asserito patronato della nobile Famiglia Arrigoni, erano invitati tutti co-

  1. Secondo un manoscritto del Rezzonico della fine del XVIII secolo, posseduto dal compianto Don Santo Monti il giuspatronato della famiglia Mazza in Varenna sarebbe passato al ramo della famiglia Mazza stabilitasi a Pesaro.