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secoli xix e xx | 301 |
del progetto che concerneva il passaggio del sasso di Morcate sopra Varenna, era stato stabilito di superarlo nel suo principio col taglio libero della roccia, lasciando così la strada a cielo scoperto. Intrapreso però il lavoro dovettero convincersi dell’impossibilità di attenersi a tale partito, giacchè di mano in mano che tagliavasi la roccia questa presentavasi a strati slegati fra di loro e quindi sfaldabili, il che, combinato con l’inclinazione degli strati medesimi, verso il lago, non lasciava sperare che la strada potesse in tali condizioni sostenersi. Nell’atto stesso del lavoro si staccò e precipitò nel lago un lungo tratto di piano stradale già predisposto travolgendo gli stessi lavoratori, per il che venne senz’altro deciso di addivenire alla costruzione delle gallerie.
Il passaggio a Fiume Latte, vicino alla fabbrica di vetri Venini, importò neccessariamente l’occupazione di una parte degli edifici annessi alla detta fabbrica. Il proprietario venne ricompensato con la costruzione di due tronchi di strada discendenti al lago, uno dei quali metteva direttamente nel porto.
In quella circostanza scomparvero da Varenna le porte e gli archi che costituivano una caratteristica dell’antico paese.
E così venne abbattuta la porta verso Fiume Latte, che trovavasi la dove termina il muro di cinta della villa Andreossi, quasi all’origine della stradetta che scende alla villa Monastero. Di questa porta come degli archi abbiamo potuto trovare i disegni schematici nel progetto stradale.
La seconda porta, all’uscita del paese verso Bellano, era in corrispondenza del gomito fatto dall’attuale strada rotabile presso la villa Boselli, in un punto che era chiamato la Ciodera.
Là presso dove era una volta l’antica porta di Varenna, esiste oggi appunto la villa Boselli già Bosoni. I vecchi dei paese ricordano che in quel punto prima che fosse costrutta la villa eravi una specie di torre chiamata tur di Baret1.
Su quest’antica porta era collocata una abbastanza artistica Madonnina col Bimbo, in marmo, in mezzo rilievo, che venne tolta di là, e portata alla fontana, che trovasi circa a metà cammino sulla strada che da Varenna conduce a Fiume Latte.
Nei pressi della così detta Tur di baret, eravi una casa di proprietà del dott. Paolo Nascini. A questo proposito si legge quanto segue in una lettera scritta dal procuratore del predetto Nascini, l’avvocato Giacomo Venini, alla Deputazione Comunale di Varenna il 31 gennaio 1859:
«Il Dottor Paolo Nascini fu Giovanni nativo di Mosca e figlio dell’ora defunta signora Dorotea Campioni ha concentrato in sè tutte le ragioni ereditarie della defunta sua Madre, quindi è anche proprietario
- ↑ Certamente un avanzo dell’antica fortezza.