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gli sia riattata la strada, si rileva come la strada Bellano-Varenna fosse prima di allora regia, e quindi mantenuta a spese dello Stato. Fu per effetto delle pressioni esercitate dai comuni della Valsassina che venne tolta questa qualifica, e passata invece a quella che da Bellano va a Lecco per la Valsassina malgrado fosse questa molto più lunga1.

La sera del 20 giugno 1783 un fulmine colpiva il campanile della chiesa della B. Vergine di Gitana e ne rovinava gran parte.

Servizio sanitario. — Sul servizio sanitario in Varenna abbiamo qualche notizia nella segueute supplica inviata dal comune:


1787 10 dicembre.

«Il comune di Varenna ed uniti quantunque senza debito alcuno, anzi con molte entrate a segno di non esservi neppur tassa personale, non ha però il necessario medico salariato per cui i poveri ammalati di detta comunità dovevano languire e soccombere senza soccorso alcuno dell’arte per l’impotenza delle spese de’ medici straordinari.

Per il che riconoscendosi sempre più la necessità della fissazione del medico e ritenendosi il detto comune di non sufficiente estensione per formare una condotta ed un nuovo medico:

Perciò determinarono gl’infrascritti Estimati Personalisti di detta Comunità umilissimi servitori di quel R. I. P. P. di ricorrere alla medesima perchè si degni ordinare un convocato generale di detto comune per mezzo di chi s’aspetta in cui si rilevi la pluralità de’ voti per salariare interinalmente il medico della condotta più vicina cioè il D. fisico Luigi Gobbi medico di Bellagio, quale mediante l’assegno di lire 450 all’anno si obbliga visitare gratis tutti li ammalati di detto comune ed uniti e con i soliti capitoli di condotta2».


LA RIVOLUZIONE FRANCESE

La grande rivoluzione non turbò granchè la vita semplice e tranquilla dei nostri due villaggi.

Tanto a Varenna come a Perledo, si volle inscenare la cerimonia dell’erezione dell’albero della libertà, ma non vi fu alcuna scossa violenta nella vita sociale degli abitanti, i quali fatti sparire i vecchi stemmi, adottarono senza difficoltà le nuove formole politiche e burocratiche, si compiaccueroFonte/commento: 526 di darsi del «cittadino» e si adattarono facilmente a passare dal regime austriaco a quello francese. Se non che non tardarono ad accorgersi che dietro alle aure di libertà venute dalla Francia, si addensavano le procelle della guerra.

  1. Da memorie parrocchiali.
  2. A. S. M. Delegazione provinciale. Censo. Cart. 2341.