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secolo xvii 209

lettera del 1629 parla di cinque libri degli amori che sta scrivendo, et il Montfaucon vide nella Biblioteca Vaticana, nel 1650 un codice boldoniano intitolato appunto Amores,Fonte/commento: 526 Amyntae et Leucis. Il Durini ne ebbe l’autografo scritto nel 1630, e ne cavò il poemetto che possediamo, mentre il codice vaticano, e quello preziosissimo del Durini, passato alla Braidense di Milano non si trovano più. In questo carme latino il Boldoni fa l’apologia del suo amato Lario: noi qui non ne riproduciamo che alcuni versi nei quali il nostro poeta dalla sua veloce barchetta scorge Varenna e ne canta le bellezze naturali:


Impatiens citior volucre freta cymba secebat,
Sic zephyris impulsa suis, jam mobilis ora
Fiorenti myrtho fragrans, cauruque comante
Medorumque pares sylvae, et pullentis olivae
Linquuntur memore et Nemeo damnato Varena,
HiucFonte/commento: 526 Murcam exsupero mixto candore nigrantem.


Il poeta si affretta poi a volgere la prora verso Bellano; segue una specie di dialogo nel quale Aminta e Leuci contano alternativamente le origini mitologiche delle fonti che si versano nel Lario, e che il poeta personifica in deità che muovono a ricevere i due amici Aminta e Leuci. L’Adda il gensFonte/commento: 526 pluvius, poi il Fiume Latte, che ha una lunga storia, la Pliniana e la Pioverna. Ultima una piccola sorgente che narra, come un tempo fosse il vispo garzone Agone, dedito alla caccia ed alla pesca, Febo innamoratosene gli si avvicinò, Agone allora si buttò nell’acqua e divenne il pesce omonimo, Febo corse per le selve strappando le foglie di lauro e bagnandole dei suoi pianti: e dove ogni foglia cadde zampillò una fonte.

E così finisce questo graziosissimo e fresco idillio.


Paolo Emilio de Busi, detto il Parlaschino, letterato, figlio di Francesco, nacque a Perlasco in Valle Sassina. Fu maestro di grammatica a Bellano, poi ad Asso, quindi insegnò belle lettere nel collegio Calchi Taeggi a Milano, del quale fu anche rettore.

Ereditò amore agli studi delFonte/commento: 516 padre Francesco, il quale era stato un letterato e dottore nelle arti liberali, e che dopo avere insegnato in Francia, aveva aperto scuole a Mandello e ad Oggiono, dove era morto nel 1576.

Paolo Emilio Parlaschino scrisse di Varenna in prosa e in versi.


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