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202 | vittorio adami |
terre di sua giurisdizione contigue al lago e quanto gli concedesse l’età sua decrepita, perchè con difficoltà potea uscire dalla sua abitazione.
Giunti alla sera a Como intendessimo dal nostro deputato Marina che a Varena havevano mandato per nove diligenze e ritrovò che delli infetti chiusi era morto il marito della comare già da noi visitata e morta di peste, oltre il console che s’era ammalato gravemente di peste»1.
La malattia fece strage tanto a Varenna che al monte di Varenna. Vi furono delle famiglie totalmente estinte.
Dal novembre 1629 al marzo 1630 in soli cinque mesi troviamo registrati nella parrocchia di Perledo ben 60 morti di peste. Per dare una idea della contagiosità del male togliamo dai registri dell’archivio parrocchiale di Perledo le seguenti annotazioni:
Nella piccola frazione di Bologna prima del contagio vi erano trenta focolari, (si tratterà forse di abitanti perchè questo numero di focolari nella sola Bologna ci sembra eccessivo) dopo si ridussero a diciasette, a Gisazio erano quattordici e si ridussero a undici.
Un eloquente indice del numero delle perdite l’abbiamo dalla dichiarazione fatta dal capo mastro Bartolomeo Carganico a proposito del valore di una casa in Varenna: egli dice:
La casa dove habita il Belaso al Mol di sopra di Varenna havendola io vista e considerata giudico et dico che stando le qualità de’ tempi che col presente può valere Lire 300 massime che in detto luogo di Varenna le case sono in poco prezzo essendovene molte che vanno dirupando per non esservi habitatori.»
Pubblichiamo qui un elenco di morti di peste al monte di Varenna.
- ↑ A. S. M. Ragguaglio dell’origine e giornali successi della gran peste dall’anno 1632. Tadino Alessandro. Milano.