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secolo xvii | 195 |
doveva portare la croce in tutte le processioni e litanie che si facevano nella chiesa parrocchiale di Varenna. Quest’ultimo incarico lo esonerava però dal pagamento della tassa personale.
Un’altra carica conferita per atto notarile era quella assunta da Giovanni Antonio de Quartironi del fu Bartolomeo, il quale per nove anni si obbligava, dietro compenso di lire sedici l’anno, di suonare le campane della chiesa di San Giorgio all’avemaria del mattino e della sera, ad assistere ad ogni festa celebrata in detta chiesa, a farne la pulizia e tenere in consegna la cera e i paramenti sacri, a curare che fosse ogni giorno accesa la lampada ed a fare tutto ciò che era necessario per custodire la chiesa stessa.
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Riportiamo qui la seguente supplica di Francesco Venino, falegname, per ottenere il permesso di porto d’arme.
«Ritrovandosi Francesco Venino legnamaro habitante al Fiume Latte lago di Como, servo hum.mo di V. E. in stato di dovere pei suoi interessi tanto di viaggio come altrimenti e per custodia dei suoi propri beni portare l’archibugio longo proibito solamente alli rustici nell’ultima grida pubblicata, ma perchè alle volte viene arbitrata la grida diferentemente dalla mente di V. E. per non sogiacere a simili incomodi vesationi che gli fanno succedere per avere come legnamaro che esercisce tale arte solamente di sotile, et non fabrica di carri et utensili di cavallari rustici come più volte ha dichiarato il fisco, Supplica V. E. dichiarare a favore del sup.to legnamaro di arte sotile e che per custodia dei suoi propri beni, si come per viaggi che gli conviene fare sii lecito al sup.to portare l’archibugio lungo venti oncie bresciane et come giusto lo spera1.
Francesco Venino
2 febbraio 1698.
Nella seguente lettera che Lelio Mornico scrive al padre della fidanzata di un suo nipote pupillo sono contenute alcuni interessanti accenni relativi alle costumanze matrimoniali di quel tempo2:
«Andai a Milano per fare quei pochi vestiti mi parve a mia nipote figlia di V. S. come hò fatto. Pensai sbrigarmi in quattro giorni, ma sono stati deciotto.