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secolo xvii 179


Con testamento in data 26 marzo 1613 Antonio Penna de Bertarini f. q. Giovanni abitante in Regolo, istituisce fra gli altri legati una cappella da erigersi nella chiesa di San Martino di Perledo, con il carico al cappellano di celebrare tre Messe alla settimana, per le quali percepirà lire cento all’anno, e se l’erede universale fosse renitente al detto pagamento «obbliga una pezza di terra brogata ed olivata nel territorio di Regolo dove si dice in Borgogna ed un’altra nel territorio di Perledo dove si dice in Terzella ed un’altra ancora in Regolo dove si dice in Mornovo»1.

In data 26 maggio 1691 Antonio Scotto qm Sebastiano istituisce suo erede universale il sig. Giovanni Maria Arrigoni, con l’obbligo che abbia ad erigere nell’oratorio di Sta Marta di Varenna, una cappellania sotto l’invocazione della stessa santa, con l’obbligo al cappellano di celebrare perpetuamente una messa quotidiana in detto oratorio2.

In una supplica al Senato di Milano, Giovanni Maria Arrigoni, causidico collegiato di Milano, in qualità di esecutore testamentario del defunto parroco di Varenna, il reverendo Don Andrea Ambrosoni, morto il 29 marzo 1682, chiede sia approvata e confermata l’assegnazione da lui fatta nella predetta sua qualità di lire 8456 imperiali all’acquisto di alcuni beni siti nel territorio di Galbiate pieve di Garlate, il cui reddito annuo secondo le volontà del testatore, sarà impiegato pro sacro quotidiano perpetuo in suffraggio delle anime dei defunti sotto il titolo di Santa Maria Maddalena nella chiesa parrocchiale di Varenna alla quale il testatore fu preposto per 26 anni.

La predetta somma di lire 8456 imperiali dovute al testatore da Giovanni Maria Cella furono a lui, esecutore testamentario, pagate dagli eredi del Cella coi beni suddetti di Galbiate distanti da Varenna circa sedici miglia. Pertanto egli si riserva la facoltà di alienarli e permutarli in modo da acquistarne altri più vicini a Varenna a maggior comodo dei cappellani la cui residenza deve essere in Varenna3.

A rogito notaio Emilio Arrigoni fu Pietro, Paolo Tondello il 4 novembre 1629 lascia trecento libbre per messe quotidiane all’altare della cappella di Santa Caterina.

Il 14 agosto 1658 Felice d’Adda figlio del fu altro Felice, abitante a Milano in Porta Nuova, parrocchia di Sant’Andrea alla Pusterla Nuova per il seguente testamento:

«Io lascio in eredità all’altare della Beatissima Vergine Maria di Gitana del Monte di Varenna il capitale di lire 350, cioè quanto circa

  1. A. S. M. Fondo di religione. Valsassina. Cartella 271.
  2. A. S. M. Fondo di religione. Parte moderna. Chiesa e benefici. Comuni. Varenna. Cart. 1178.
  3. A. S. M. Senato. Deroghe giudiziarie per comunità e corpi. Busta 88. Varenna.