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174 | vittorio adami |
Nello stesso anno dal pittore Francesco Porro di Como venne dipinto nella stessa chiesa il ciclo del Portico e del castelletto sopra la porta, e il pittore Domenico Cadorado dipinse sei quadri dedicati a Santa Anna, S. Gioachino, allo sposalizio, alla fuga in Egitto, all’Annunziata ed a Santa Maria Elisabetta.
Nel 1690 l’intagliatore Giovanni Albiolo ha costruito un confessionale per la chiesa di S. Giorgio.
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All’estremo limite nord-est del territorio del monte di Varenna sulla strada che da Bellano conduce in Valle Sassina esiste una località chiamata il Portone che forma confine tra il territorio di Bellano, quello del Monte di Varenna e la Valsassina.
Anticamente era un luogo forte ed era presidiato nei periodi di guerra.
Nel 1665 Andrea de Dentis di Pennatio una frazione di Bellano, costruì una piccola chiesa in questa località del Portone con una casa di abitazione ed un portico a tre archi sotto il quale vi era una sorgente d’acqua.
Il fatto di trovarsi questa località al confine tra il monte di Varenna e Bellano dette origine ad una questione tra il preposto di Bellano e quello di Perledo. Pretendeva il primo di poter esercitare la giurisdizione sulla chiesa quanto quello di Perledo perchè la chiesa era in parte fabbricata sul territorio di Bellano. Fu necessario l’intervento del Cardinale Arcivescovo Visconti il quale troncò ogni lite dando piena ragione al preposto di Perledo.
Il vicario della Curia arcivescovile di Milano il 23 luglio 1695 elegge alla Cappellania perpetua dei S.ti Andrea e Lorenzo vacante per morte di prete Francesco Tarelli e di padronato Mazza il rev. chierico Giov. Pietro Mazza presentato da Carlo Federico Mazza.
Nei primi giorni dell’agosto 1688 una notizia sparsasi rapidamente per tutti i paesi del lago metteva in grande commozione le anime dei fedeli. Dagli occhi di una madonna in immagine di gesso posta in una nicchia lungo la strada da Bellano a Lezzeno erano sgorgate lagrime di sangue.
Udita la nuova di quel miracoloso avvenimento il popolo di Varenna con alla testa il parroco si recava in processione a fare atto di devozione a quella sacra immagine.
L’arcivescovo di Milano in vista della grande propaganda assunta dal fatto che richiamava a Lezzeno delle vere folle di fedeli, nominò una commissione con l’incarico di indagare sulla autenticità del miracolo.
Della commissione arcivescovile facevano parte come periti il chirurgo Giovanni Maroni di Bellano e il pittore Silvestro Venini di Varenna.