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dendo la Valsassina, la Val Chiavenna, la Valtellina, Bellano, Varenna, Mandello e Lecco.

Ezio Riboldi in un suo pregevole studio sui contadi rurali del Milanese cita un documento che proverebbe, in modo quasi certo, la giurisdizione di Lecco estesa sino alla sommità del lago. Infatti nel diploma con cui Ottone II nel 977 dava al Vescovo di Como «ripa laci Cumi et Mezolae vel quidquid ibi de comitata Leuco fuit aliquando» parrebbe che il contado di Lecco si estendesse fino al lago di Mezzola. Questa giurisdizione su Varenna e l’alto lago non dovette durare molto perchè nella sentenza del 1170 relativa ad una controversia territoriale tra milanesi e comaschi sono indicati i confini del contado di Lecco così: «ab una parte lacus Lascalda et ab altera terminus da Campellione usque in summitatem montis». Il Riboldi afferma che il termine di Campellione non è che il monte Campione sopra Mandello, e, concludendo il suo studio, afferma che il contado di Lecco esisteva fin dal secolo IX, e si mantenne per tutto il X secolo dipendente dai conti di Lecco; spariti questi e disgregatosi il primitivo contado, quanto rimase unito al capoluogo, passò in dominio degli arcivescovi di Milano, che lo tennero fino al XIV secolo1.

Con l’episcopato di Landolfo Carcano del 977 l’arcivescovo diviene la prima autorità di Milano, sovrapponendosi anche all’autorità del conte, e poichè i confini dell’archidiocesi si estendevano sui territori di vari altri comitati di Lombardia, a poco a poco i conti che ne stavano alla testa perdettero ogni importanza, e così l’arcivescovo finì per diventare signore effettivo di tutta l’archidiocesi. A questa conclusione giunge il Manaresi nella prefazione alla sua recente e pregevolissima raccolta dei più antichi atti del Comune di Milano2.

Sono poi note le strette relazioni di possesso e di dipendenza che corsero tra la sponda orientale del lago di Como, e gli arcivescovi di Milano. Troviamo infatti che già nel 905 l’arcivescovo Andrea di Milano emanava una sentenza di placet da Bellano3.

L’arcivescovo Lamberto nel 931 dona nel suo testamento, alla Chiesa milanese i suoi beni in Mandello. Ariberto nel 1035 dona al monastero di S. Dionigi Lierna ed altri mansi dei dintorni.

La dipendenza del Contado di Lecco dall’arcivescovo di Milano trova più tardi conferma in una bolla di papa Alessandro III del 1162, che per ricompensare la fedeltà dell’arcivescovo di Milano Oberto, conferma a lui ed alla sua chiesa tutti i suoi diritti e nel diploma, enumerante i possessi, è ricordato anche il comitato di Lecco4.

  1. Riboldi Ezio, I contadi rurali nel Milanese in Archivio Storico Lombardo 1904, Fasc. II.
  2. Manaresi Cesare, Gli atti del comune di Milano, pag. 22.
  3. Biblioteca di Brera, Raccolta Morbio, vol. 18 pag. 14.
  4. Giulini, Storia di Milano - vol. VI, pag. 301-304.