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secolo xvi | 143 |
anco dire da la detta signora che allì giorni passati lei ebbe certe lettere di Spagna, et che lo mandò a dimandare per farsele leggere perchè erano in lingua spagnola, et nissuno altro che lui li sapeva leggere et così lui venne e poi ritornò a Introbbio»1.
In data 11 Agosto 1531, il già comandante le forze ducali Ludovico Vistarini, denuncia un certo Abondiolo di Fiume Latte, non meglio identificato, ed altri quattro di Bellano, avergli rubato i suoi bagagli per il valore di 50 scudi d’oro nel momento in cui egli con le sue truppe lasciava Varenna durante la guerra contro il Medeghino.
Egli cita i ladri davanti al podestà di Bellano e delega a rappresentarlo Giovanni Antonio Tenca luogotenente del podestà di Varenna2.
Drammatica è la relazione del console di Varenna Giovanni Battista Serponti all’autorità giudiziaria su di un attentato conpiuto verso una donna:
«Io Giovanni Battista Serponte consule di Varenna per mio discarico denuncio che in questa notte passata circa alle tre ore di notte fu fatto certo insulto contro Camilla Bertarina da Iseno, che ora habita in Varena in una casa del signor medico Scotto sopra il forno donde certi giovani il nome de li quali non lo potuto intendere batterono a terra l’uscio della casa dove era dentro detta Camilla quale era serrato et instanhgato et di poi andarono a l’uscio de la camera di detta Camilla qual era pontelato et lo aprirono per forza et dita Camila cridando aiuto aiuto, di subito andorno et miscero la mano a la boca di essa Camila dicendoli tagiete et lei rebatete cridando: chi mi può aiutare mi aiuta, et a questa voce saltò a la finestra di subito Caterina Scotta et Bartolomeo suo fiollo a li quali si può dimandare se hanno conosciuto questi tali et intendo che in questa hora erano in piazza mess. Giov. Battista Forno et mess. Cexero Scotto et Giov. Maria Manera et Alvise Campioni3.
I dintorni di Varenna erano in quel tempo infestati del brigantaggio. In un memoriale del 14 Settembre 1514, direttto al barone Sfondrati, dal podestà di Varenna, Bellano e Mandello, e che sarà pubblicato nel volume dei documenti, è fatto il nome di un bandito certo Giovanni Hongania del Monte di Varenna e dei componenti la sua banda. Curiosa è la consuetudine di allora di concedere la libertà al bandito che ne avesse ucciso un altro.
Giovanni Antonio Rozonus commissairio delegato dal governatore dello stato di Milano, Ferrante Gonzaga, con decreto in data 28 set-