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secolo xvi | 141 |
Battista di Froa dimostrato di essere entrato in carica prima del suo competitore, il senato ordinò ai consoli e agli uomini del comuni di Bellano, Dervio e Varenna di riconoscere il Froa come pretore.
Malgrado questa sentenza Giovanni de Fossato ottenne di poter rimanere al suo posto: difatti un ordine reale e ducale delli 9 settembre 1508 intima agli uomini e alle comunità di Bellano, Dervio e Varenna di immettere e mantenere in possesso della pretura di dette terre Giovanni Fossato, per tutto il tempo che durerà il suo ufficio, secondo le concessioni a lui fatte.
Il pretore come si è visto risiedeva a Bellano, ma teneva in Varenna un suo luogotenente che nominava egli stesso.
Anche nel secolo XVI come nel precedente l’elezione dei sindaci veniva fatta dagli abitanti una volta l’anno. Notevole l’elezione avvenuta il 2 gennaio 1599 che portò alla carica di sindaco di Varenna il Duca Ercole Sfondrati.
GIUSTIZIA CIVILE E CRIMINALE
Su questa materia non abbiamo in questo secolo fatti di notevole importanza.
In una relazione dei consoli di Varenna, Battista Mazza e Giov. Battista Serponti, in data 18 ottobre 1582, è fatto menzione di una rissa scoppiata per futili motivi tra Galeazzo Tenca e Giovanni Antonio Tenca. Come al solito tra i due litiganti il terzo andò di mezzo: in questo caso il paciere sfortunato fu Ercole Serponti, che venne ferito di pugnale da un membro della famiglia Tenca, e precisamente da Cesare Tenca, che ferì pure Madonna Prudentia moglie di Galeazzo Tenca. Pare che nel parapiglia generale che ne seguì rimanesse ferito anche un Andrea Scotti.
Fra le querele presentate al podestà di Varenna ve n’è una del 28 settembre 1585, in cui Vincenzo Scotti si querela «all’ufficio del magnifico signor Podestà di Varenna, contro messer Bernardo Serponti, che per futili motivi lo ha gettato a terra e percosso facendogli battere la testa contro il muro, come lo può attestare il medico Scotto che lo ha visitato». Lo Scotti domanda giustizia, ed invoca il debito castigo, protestando di essere di sangue nobile, e domandando 500 scudi d’indenizzo all’avversario.
Nell’anno 1583 il pretore dovette occuparsi di un curiosissimo pettegolezzo. Erasi recato ad abitare a Regolo, presso Perledo, una nobile dama, certa Anna Rodriquez, moglie del nobile Alvise Brisegni ufficiale spagnolo. A questa dama era stata mossa l’accusa d’intendersela col podestà della Valsassina il Dott. Vincenzo Stefani.
Effettivamente questo signore, ogni qualvolta si recava a Perledo visitava l’elegante dama, presso le quale, egli diceva, doveva recarsi per