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Testimoni: Francesco de Scottis, di Bartolomeo, Simone de Brentis di Giov. Ambrogio e Giorgio de Vitalis di Giovanni tutti di Varenna.

Questo, con tutta probabilità è uno degli ultimi atti firmati in questo monastero, perchè pur troppo si avvicina il momento in cui queste monache, che vivevano beatamente in questo ameno luogo, posto in una delle più belle posizioni del lago di Como, saranno costrette fra breve ad abbandonarlo per sempre

Infatti il cardinale Carlo Borromeo fu costretto a sopprimere questo monastero per la cattiva condotta delle monache1.

Baldassarre Oltrocchi nel suo volume Vita et rebus gestis Sancti Caroli Borromei dice che quel convento era diventato un alloggio amoroso.

Difatti in una supplica mandata dagli uomini di Varenna al cardinale Borromeo si legge: «.... si provveda che il frate confessore delle monache del monasterio di Varena, nè altri frati non habino andare al detto monasterio che non al tempo di la confessione e comunione et che detti frati habino a stare ne la sua canapa che è fora del monasterio et usare lo uscio di fora e stopare lo uscio che vene per la gesia et provedere che detti frati ne’ altri ne’ religiosi ne’ secolari, ne’ homini, ne’ done habino a intrare in detto monasterio et che dette monache non abbiano andar in alcun loco senza licentia de suoi superiori, et accompagnate secondo il solito.»2

Pio V, con la bolla in data 13 febbraio 1567, decretava la soppressione del monastero di Varenna dietro le istanze del cardinale Carlo Borromeo. In essa non è alcun cenno di disordini nelle monache, e si limita a dire che i «monasteri di monache stabiliti fuori delle mura delle città o castelli, esposte alla preda o ad altro misfatto di uomini cattivi, quando i vescovi superiori o i preposti ai loro ordini, lo riputassero conveniente, potessero essere trasferiti in altri monasteri nell’interno delle città o castelli».

La soppressione avvenne con atto del 29 novembre 1569, e le monache furono disperse nei vari monasteri dello stesso ordine di Santa Maria Maddalena dei borgo di Lecco, di Milano, Pavia e Cremona.

Il monastero venne acquistato da Paolo Mornico di Valsassina e divenne la villa MarnicoFonte/commento: 525. Il prezzo fu convenuto in scudi d’oro 700, lire 4,

  1. La tradizione vuole che San Carlo Borromeo sia stato ospitato dalle monache di Varenna, giacchè nella chiesa del Monastero, anche dopo l’allontanamento delle suore, si sono sempre conservate, in un cofanetto, le lenzuola nelle quali ebbe a riposare il Santo.
    Quando la famiglia Mornico vendette la villa Monastero, trasportò quella reliquia nella sua tenuta di Capiate, frazione di Olginate. Anche la tenuta di Capiate venne venduta alla famiglia Figini, la quale conserva ora in deposito la reliquia che continua ad essere proprietà della famiglia Mornico.
  2. Archivio della Curia Arcivescovile di Milano. Pievi locali X.