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120 | vittorio adami |
Germaniedo territorio di Lecco et Dominico suo fratello maestri da muro per l’altra parte si convengono voluntariamente alli infrascritti patti, cioè:
Primo, che li detti maestri Battista e Domenico fratelli siano tenuti et obligati et così promettono obbligare se et suoi beni presenti et che acquisteranno che habbino a discoprire et alargare la chiesa sudetta di S. Antonio cioè dalla cappella nova in giù per brazza doi di muro per ogni banda et levare il muro alla egualità di altezza della detta cappella et destruer il muro vecchio a soe spese et che la grossezza delli detti muri siano di cinque quarte nel fondamento et nella cima di un brazo intendendo sempre del brazo da muro usato nella Valsasna et che habino a fabricar la sacristia a man diritta intrando nella chiesa della grossezza di un muro suficiente et di poi coprire la detta chiesa et sacrestia di legnami, assi et piode a spese di detti maestri et più oltre fabricar il campanile sopra la sacrestia di altezza conveniente et infrancar li detti muri tutti dentro et fuora come sono quelli della cappella.
Secondo che li detti maestri Tomaso e ser Pietro Zucaroli sindici sieno tenuti et obbligati et così promettono obligando sè, come di sopra, di mantenere tutta la materia che bisogna a detti maestri per tal fabrica su la piazza della chiesa sudetta cioè sassi, calcina, sabione et piode et tutti li altri legnami et feramenti che bisogneranno per la fabrica con la comodità di detti sindici.
Terzo che li sudetti Tomaso et ser Pietro siano tenuti et obligati come di sopra, et detti maestri finita che sarà la detta opera, far misurare tutta la detta fabbrica fatta per detti maestri a spesa comune per un maestro sufficiente et confidente de dette parti computando ancora li teccii nella misura del muro et che detti sindici siano obligati come di sopra di dar et pagar per la sua mercede a detti maestri a ragione di soldi tre imperiali per ciascun brazo di muro et teccii come di sopra et in fede di ciò hanno fatto le dette parti far il presente scrito da mi nodar isfrascripto.
Presenti Battista de Pizzotti da Perledo, Giov. Antonio Carità da Vezio et Demetrio Pensa da Tondello testimoni»1.
Nell’anno 1554 erano state fuse le campane per la chiesa di San Martino di Perledo2.
Da una carta del 1500 togliamo quest’annotazione: «La casa parrocchiale di San Giorgio di Varenna è attaccata alla chiesa parrocchiale et vi è una canepa per il vino et sopra la canepa vi è una camera con la cucina e saletta et sopra detti lochi vi è il solaro per riporvi legna».