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Non aveva ancora il Trivulzio stipulato cotesto contratto di cambio, che come abbiamo visto sopra, il conte Annibale Balbiano serbatosi fedele al suo signore, scese con armati dalla Valtellina, e tolse ai Francesi il castello di Ologno, con l’aiuto degli abitanti delle Tre Pievi, che non avevano dimenticato il loro antico signore, sempre aspettando le schiere ducali. Nell’anno successivo tentò ancora la riscossa contro i Francesi, ma morì da prode in battaglia sui monti di Gravedona.

Il fratello Antonio fu consigliere ducale e continuò a vivere a Chiavenna anche dopo la perdita del feudo. Alessandro Balbiano fu cameriere del duca Massimiliano Sforza, che nel 1514 gli dette in feudo il borgo di Lorvignano nell’agro novarese, e di qui comincia il ramo dei Balbiano del Piemonte.

Nel 1528 egli era capitano nell’esercito di S. M. Cesarea, come risulta da un privilegio che trovavasi nell’archivio Crollalanza. Nel 1563 i fratelli Alessandro, Francesco e Lelio ereditarono i beni delle Tre Pievi da Alberico e Ulrico da Balbiano.

Il ramo chiavennasco di questa famiglia si estinse col conte Carlo alla metà del 1700. La parentela Balbiano continuò però in Lierna ed in Bellano, ed il ramo bellanasco dette uno scrittore in Antonio Balbiani, autore di romanzi storici e della breve storia del monastero di Varenna.

Ma un altro ramo di questa famiglia fiorì in Toscana, e sembra che Pietro figlio di Giorgio e nipote del primo conte di Chiavenna Baldassare sia stato il primo a trapiantarsi colà nel 1510. Egli era pretore di Poggibonsi.

Un suo discendente Benedetto Balbiani di Livorno, diresse nel 1758 una supplica all’imperatore d’Austria nella quale si dichiarava discendente in linea retta da Galeotto Balbiano di Varenna, e per conseguenza auspicava ai feudi di Aliate, Carate, Giussano e Sovico che allora erano in possesso del conte Benedetto Balbiano canonico di S. Stefano in Milano.

La cappella della congregrazione di S. Antonio in Livorno era della famiglia Balbiano, e ne conservava le armi. Ma anche questo ramo di Livorno si è estinto. L’ultimo fu il conte Ludovico che nel 1805 dimorava a Pisa, come lo dimostra una fede battesimale del prevosto di Pontedera, nella quale è detto che il 5 giugno fu battezzata una bimba figlia del dott. Giuseppe Balbiano; il padrino fu il conte Ludovico fu Sebastiano Balbiano di Pisa che si dichiarò essere «di casa originaria di Varenna sul lago di Como».

Però alla metà del 18° secolo noi troviamo i fratelli Gian Battista e Giuseppe Balbiano nativi di Lierna presso Vareuna emigrati in Pontedera, e divisi in due famiglie. Una, quella di Giuseppe Balbiano che ebbe un figlio l’avv. Eugenio Balbiano e l’altra proveniente da Giovanni Battista che si è estinta col Dott. Pietro nel 1830.

Il ramo dei Balbiani di Pontedera diede fra gli altri un Giuseppe Pietro, nipote del Giuseppe di Lierna, che fu nel 1812 sottoprefetto nel-