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muni del Ducato dovette prestare un nuovo giuramento di fedeltà, secondo la seguente formola:

«Si havera da giurar che dal giorno di hoggi in ante li prefati Consoli, Communi, università et particolari persone saranno perpetuamente fedeli al sacratissimo Carolo Imperator di Romani suo Signor et suoi Successori sul Sacro Romano Imperio et al Ill.mo et Ex.mo S. Antonio di Leyva suo locotenente et Capitanio generale: et che mai scientemente in consiglio ne in fatto saranno ne presteranno adiuto che pel sacratissimo Imperator o suoi successori o in persona o nel Stato, o nel honore patiscano alcuno danno o Iniuria. Et se saperanno o Intenderanno alcuna delle predette cose esser trattate quanto più presto potranno lo manifesteranno a Sua M.ta ò suoi agenti nel Stato di Milano. Et essendoli ditto alcuna cosa in secretto, non la manifesteranno senza licentia di sua M.ta. Essendo richiesti prestar consiglio lo darannno fidelmente, ne mai faranno cosa che possa portar danno o Iniuria a sua M.ta o suoi successori, et al p.to Ill.mo S.r Locotenente ut supra ò a suoi ufficiali ò al Dominio suo: Et finalmente faranno tutte queste cose che sono tenuti per li fideli subditi verso sua Ces.a M.ta suo Signor et suoi Locotenenti»1.

Al Conte Francesco Sfondrati successe nel feudo della Riviera l’anno 1550 il conte Paolo Sfondrati, al quale successe il figlio conte Ercole che morì nel 1637.


Nei primi anni del secolo XVI le terre della Riviera furono travagliate da scorrerie di truppe francesi e svizzere. Como, Lecco ed altri luoghi erano presidiati da truppe francesi; tutta la Valtellina e l’alto bacino del lago erano in possesso degli Svizzeri.

Nel 1516 il governatore di Como armato un forte naviglio tentò di sottomettere tutte le terre del lago delle quali molte vennero poste a sacco. Gli abitanti dell’alto lago irritati si collegarono e postisi sotto gii ordini di Antonio de Brengio detto il Matto, aiutati da masnade grigionesi, assalirono e rovinarono Corenno, e dispersero le popolazioni di Dervio, Varenna e di alcuni paesi della Valsassina2.

La guerriglia sul lago si protrasse sino al 1522. Da una lettera di un certo capitano francese chiamato Corsino, governatore di Lecco scritta il 24 giugno 1521 al capitano di Crema togliamo quanto segue: «Avviso come el signor Manfredo Pallavisino, insieme con el conte Girardo d’Arco, lo Mato di Brianza, suo fratello et parechi altri banditi fino al numero di 1500 sono venuti per Valtolina ed avendo loro intelligentia da Como, prout, se diceva, passono di notte el laco et forno alle porte de Como mercoridì passato 26 dil presenre et trovarono Como

  1. Tutti questi atti riguardanti il feudo di Varenna sono conservati nei registri ducali dell’archivio di stato di Milano.
  2. Francesco Murialto. Annali XXXVI.