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98 | vittorio adami |
de Como staxemo a grande perichulo de peste per li navareli quali per dinari conducene a la improvixa de nocte quelle giente che vengano da Ferara et hogi uno notero che à conduto a Lecho tre persone quale vanne a Vicentia ha trovado persone XXXVI ne li quali ce ne sono duy da malatti tra Lecho et Mandello e stanne dite persone ad aspectare qualche notero che li conducha a la imprevixa de qua del lagho ad Menaxo vel sotto la iurisdictione perchè pyù facilmente poterano andare a le so mansione, videlizet suxo lo lacho da Como vel ne la Valle da Lughano vel in la Valsolda vel in le vale da Intelegho per li quali screvemo cagione de mettere la peste in questo pajxe, etiam per fino a Como et a Varexio. Ne avixo la Ill. Signoria Vostra per fare me debito aziò gli possa provvedere de una persona che guarda questo passo che vene da Lecho a Menaxio et a Lecho per tuto lo lacho da Como deinde per le altre valade ut supra. Et aparendo a la Ill. Signoria Vostra che podesse valere per questo, dicho così che fazendone la commissione et fazeendo che posa havere lo salario per uno fameglio non dubito che non gli preveda, n’ò avixado la Ill. Signoria Vostra aziò gli proveda a la quale flexis genibus me raccomando. Ex Menaxio die quinto mensis septembris 1463.
Eiusdem dominationis vester servitor et cum recomendatione Iohannes de Galantiis Menaxij potestas»1.
Un ritorno di peste si ha nel 1485, ed ancora nel 1487, come si apprende da una lettera 16 luglio del commissario di Lecco e della Riviera per la peste, Filippo Ruova: essa appare in Lecco e sul lago di Como. Riguardo a Varenna la lettera dice: «Ceterum a Varena la peste ha fatto grande processo e di presente è cessata assai, pure gli uomini di quella terra molti sono ancora spauriti et non li permetto di entrare nelle case loro senza grande misterio circa lo netare delli loci sospetti»2.
Nel 1483 vi fu una grande carestia nei paesi del lago. Il Castellano della Rocca di Bellano, Bartolomeo de Negrisoli da Pontremoli, il 17 marzo 1483 scrive al Duca: «In queste parte he carestia grande de pan vale la mina de Zenua dui ducati de oro»3.
Nel 1431 una grave inondazione colpì Mandello, Bellano e tutta la riviera. Nel 1439 si ripete con violenza maggiore, danneggiando molto le sponde del lago tanto che furono invitati i comuni a spedire un delegato a Como per trattare coll’Ufficio di Provvisione e risolvere il da farsi. Il 22 dicembre dai delegati delle comunità del lago e per la riviera milanese dal delegato di Lecco, Mandello, Bellano e Varenna fu presa la risoluzione di chiamar sul posto il rinomato ingegnere Gregorio da Pizzoleone. Ma, nonostante le misure prese l’inondazione si ri-