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tate acqua et poy ve hongereti de bono unguento de rogna una sera sì et l’altra non. Altro non per questa io me recomando a voy sempre pregando sempre l’altissimo Dio ve guardi de male, amen.

Da Grabeduna die XIIIJ° octobris 1459 Angelo ebreo da Cisena vostro carissimo scrvidore se recomanda a voy etc.»1.Fonte/commento: 525

Alla morte di Beatrice d’Este, nel 1497, furono donati al tempio delle Grazie in Milano, due pallii di panno d’oro e cremosino morello, per i suoi funerali, dalle città e terre del Ducato tra le quali figura Varenna. (Vedi Corio, Parte VIII).

Il 23 aprile 1489 Bertramo de Gero, console di Bologna, Giacomo sartor de Suzio, console di Gisazio, Nicola de Borengis, console di Regoledo, Ruggiero de Conte, console di Gitana, Germano de Fonio, console di Tondello, Pietro de Festoratio, console di Perledo, Simone Arrigono di Giov. Pietro, console di Reulo, con Taddeo de Ongania di Reulo, e Pietro de Taruselis, console di Vezio, di unanime consenso, per sè, e a nome e per parte degli uomini del Monte di Varenna, danno in affitto a Bernardo de Fugatiis di Agostino, e Domenico de Fugatiis di Giacomo Basileto, ambedue di Gisazio, tutti i boschi e le selve comuni di tutto il monte di Varenna cominciando dai confini di Regoledo, Gisazio e Bologna fino alla Valle di Prè de Pombi, vicino a Parlasco. L’affitto è stabilito per anni 3, rinnovabile poi a volontà.

Durante l’affitto i conduttori possono nominare guardiani e denunziare e far condannare tutti i forestieri e principalmente gli abitanti, di Bellano, Parlasco, Valsassina ed altri luoghi, che tagliassero legna sia d’opera che da fuoco, o che facessero pascolare bestie, o danneggiassero comunque i detti boschi.

È lecito però ai conduttori, qualora lo credano, concedere agli abitanti dei suddetti comuni di tagliar legna da opera o da fuoco dalla Valle di Acquabona, verso Parlasco, alla Valle di Prè de Pombi e di far pascolare bestie dalla Valle di Bisio cioè dal Portono in poi verso il detto comune di Parlasco fino alla sommità dell’Ologni. Il canone è di l. 5 di terziruoli all’anno di buona moneta di Milano. Si stabilisce espressamente che i conduttori non possano permettere di far legna e di pascolare dalla Valle di Bisio in qua verso Monte Varenna. L’atto è stipulato in Perledo, nel cimitero della chiesa di S. Martino e testimoni ne sono Baldassare de Brochis di Bernardo, da Bellano, Paolo de Gero, ecclesiastico, di ser Bertramo, da Bologna, Tognino Baioni di Giorgio da Tondello.

  1. Arch. di St. di Milano. Carteggio sforzesco, alla data.