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secolo xv 95

Varenna volessero fermare questi sbandati, ma prima di farlo, i due informatori domandano consiglio al Duca1.

Il Capitano del lago, Arnolfo de Ripa, scrive da Bellagio al Duca il 2 agosto 1449, informandolo che a Varenna è stato arrestato un misterioso personaggio venuto da Venezia e che i terrazzani, sapendo quanto premesse al Duca averlo nelle mani, lo avevano perquisito trovandogli un mazzo di lettere destinate ad Asti, a che si accingevano loro stessi ad accompagnarlo a Milano2.

A quei tempi, forse più che adesso, si ricorreva agli ebrei per prestiti di danaro ed il cancelliere Giorgio Panizza ebbe anch’egli bisogno di chiederne ad un individuo che si firma Angelo ebreo da Cesena, abitante a Gravedona. Questi ebrei non solamente prestavano denari, ma esercitavano la medicina, ed il nostro dà una ricetta al Panizza, malato allora di rogna, il che fa dubitare che la pulizia non fosse tra le prime virtù dei cancellieri ducali.

«Amico carissimo, da poy la debita revisitatione ve aviso heri apresso assera venendo da la mia pratiche trovai lo messo mandava da magistro Antonio Zoppo da Varena portatore de la vostra lettera, legendola molto me alegray de lo spedimento de la mia lettera, ma perchè lo messo me fece pressa dicendo luy non potere fare demora qui nè a Varena che incontenente, como elo era a chasa, voleva tornare a Milano e scharsamente avi apayro de respondere a la lettera de magistro Antonio, massimamente a respondere a la vostra lettera et a provvedere a tuto quelo me scriveti, siando mi spruveduto de lo tempo anchora de li dinari non ve maravilyati se io non ve ò schripto ne sedesfatto a la vostra domanda, in questo mexo ho proveduto a la mazore parte aziò non remagniati impazato de la vostra intrapresa, anchora io sia sedesfatto de la mia intentione, pertanto io ve mando per Antonio vostro chugnato aportatore de questa, ducati VIIIJ infra horo et muneta, l’altro duchato non l’ò possuto mandare al presente, ma per queluy che porterà la bola sedesfarro rialmente; se ve lo dovesti fare imprestare non stati per questo affare tuto quelo che bisognia, bene ve prego volyati fare che la lettera sia ampla et piena quanto sia posibile, anchora che li dinari non li dati in mano de persona che ne fesse la beffa, bene che non bisogna che io ne dicha niente de questo. In su lo fatto de la rogna prima niente provedete de piliare tre matini questa acqua per hora, ante die: recipe aequarum fumostelle, cicoree, endivie, chapili veneris ana ancie III tepidam; da poy, li acqui pilyati onci I de pilliato de fumosterre per horas tres ante die; poy fate questo balneo quando andareti a dormire: recipe malve foliarum, violarum, fumosterre florum camamile ana oncie II, fiat decocio in magnia quanti-

  1. Arch. di St. di Milano, Carteggio sforzesco, alla data.
  2. Ivi, id, c. 630.