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VI

Stamane per vederti,
o bella Irene mia,
la consueta via
mi piacque di calcar.

Io raddoppiava il corso
a le veloci piante,
e il tuo gentil sembiante
sperava contemplar.

Ma non rispose ai voti
fortuna amica e destra:
la solita finestra
negommi il tuo splendor.

Perché vedendo Pore
al mio cammin prefisse,
perché non te lo disse
quel catti vel d’Amor?

VII

Guarda che bianca luna!
guarda che notte azzurra!
Un’aura non sussurra,
non tremola uno stel.

L’usignuoletto solo
va da la siepe a Porno,
e sospirando intorno
chiama la sua fedel.

Ella che il sente appena,
giá vien di fronda in fronda,
e par che gli risponda:

— Non piangere, son qui. —

Che dolci affetti, o Irene,
che gemiti son questi !

Ah ! mai tu non sapesti
rispondermi cosi.