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«. . . pudor est miscendus amori».
Ovidii Heroides , IV, 9.
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ANACREONTICHE AD IRENE
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Cinto le bionde chiome
de la materna rosa,
su l’alba rugiadosa
venne il fanciullo Amor;
e co la dolce bocca
mi disse in aria lieta:
— Che fai, gentil poeta,
d’ Irene lodator?
Questa nevosa penna
di cigno immacolato
sul desco fortunato
io lascio in dono a te.
Serbala ognor geloso,
e scriverai d’amore.
Non cede il suo candore
che a quel de la tua fé.
I. Vittorelli, Poesie.
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