Pagina:Vittorelli - Poesie, 1911 - BEIC 1970152.djvu/79

CXL

LA MASCHERINA

Per un quadro che rappresenta una maschera vestita da contadi nella,
dipinto dal Boscaratti e posseduto dal signor Francesco Parolini.

Scopriti il volto, o bella mascherina,
e non volermi far la ritrosetta:
mostrami quella guancia porporina
e quella vezzosissima bocchetta.

Tu sei la piú leggiadra forosetta
che si vegga dal piano a la collina.
Scopriti il volto, o bella mascheretta:
mostrami quella fronte alabastrina.

Ma tu non mi rispondi. Ah, furfantala!
io so d’onde proviene il tuo rigore.

Non vuoi scoprirti, essendo ancor zitella;

perché sai che il tuo dolce albergatore,
se ti vedesse in volto cosi bella,
ti parlerebbe subito d’amore.

CXLI

IL RICAMO

Co l’ago industre sopra bianca seta
pingevi, illustre sposa, un pargoletto:
vermiglio il labbro avea, la fronte lieta,
l’occhio vivace, il sen d’avorio schietto.

Fisso ne la bell’opra il guardo accheta
Pallade, e tra i sospiri ed il dispetto:

— Perché — dicea, — perché il destin divieta
che informi un’alma si leggiadro aspetto? —

Amor che sempre ove sei tu s’asconde,
Amor che alberga nel tuo nero ciglio,
ai sospir de la dea cosi risponde:

— Cessi il dolor: vivrá fanciul si vago;
di quel che avrá la sposa amabil figlio,
questa che ammiri si, quest’è l’ immago.