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AD EGLE EUGANEA PASTORELLA ARCADE (0

Al primo rosseggiar de l’orizzonte
vedeste unquanco ne l’Arcadia vostra
candido ceno che da lunge mostra
il doppio onor de la ramosa fronte?

Ei dove sacro a Pan verdeggia il monte,
coi zeffiri seguaci al corso giostra,
e va cercando per l’ombrosa chiostra
gelida vena di riposto fonte.

Né mai si volge né rallenta il piede,
se Naiade cortese a lui non mostri
dove spegnere ornai l’ardor che il fiede.

Bella Egle, che sará? Negli occhi vostri
furtivo il pianto a comparir si vede.

Ah, che squarciato è il vel dei carmi nostri!

cui

A FILENO FEDELE

Questi odorosi mirti e questi fiori,
còlti lá ne la valle amatuntea,
a te spedisce in dono Citerea,
la madre de le Grazie e degli Amori.

Nessuno tra le selve e tra i pastori
vera fede in Amor serbata avea:
tu la serbasti e però vuol la dea
che a te siano dovuti i primi onori.

Prendi or tu questi fiori, e in si bel giorno
consacrato a la face di Cupido,
o amoroso Filen, vattene adorno.

E tutte le beltá del patrio lido
ti faran plauso, e ti verranno intorno
gridando in liete voci : — Ecco il piú fido.

(i) La contessa Francesca Roberti Franco.