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XCII
CONTRO LA SIGNORA VIRGINIA REMONDINI
Si strebbia, si spillacchera, si arriccia
e poi ne V andrienne s’accartoccia,
sperando ancora qualche carezzoccia
da Farfarello ovver da Barbariccia (*).
Quest’ è madama detta «attaccaticcia»,
perché ad ognuno volentier si assoccia;
ma la Checca (2), oh ! la Checca ella è frescoccia
quanto una susinella primaticcia.
Guarda, guarda, o Bepin (3), coni’ è belluccia,
massime allor che al fianco se le caccia
madama con quel muso da bertuccia.
Mi paion esse, a ben guatarle in faccia,
la Checca una gentil bagatelluccia,
e l’altra un mascheron di carta straccia.
xeni
PER LA COLONNA ANTICA
eretta nella piazza de’ Signori ip Padova da S. E. Cattarin Cornaro.
Un tempo io fui superbo monumento
e splendido trofeo di antica guerra,
ma l’implacabil goto, io lo rammento,
crollommi alfine e mi celò sotterra.
Quand’ecco strano e inaspettato evento
da lo squallido obblio mi dissotterra,
e dopo il corso di cent’anni e cento
io rividi la bella euganea terra.
Poscia il gran Catterino eriger femmi,
e l’aureo libro ed il leone augusto
e la vindice spada in cura diemmi.
O pronipoti del Troian vetusto,
s’io non portassi in capo i regi stemmi
solo vorrei di Catterino il busto.
(1) Due diavoli dell* Inferno di Dante. Con questi nomi ei chiama due gesuiti
che corteggiavano la suddetta signora.
(2) La signora Francesca Negri.
(3) Il conte Giuseppe Remondini.
I. VlTTORELLI, Poesie.
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