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CONTRO IL CONTE TIBERIO ROBERTI
Pinchellone, mammone, lasagnone,
capaccio, gagliolfaccio, animalaccio,
scorrettaccio, umoraccio, castronaccio,
cornacchione, leccone, scioperone;
brutto, menno, squarquoio, bufolone,
storcileggi, mariuol, parassitaccio,
taccagno, ciompo, gagnolili, buaccio,
pelamantello, piaciantèo, spaccone;
lavaceci, mozzina, linguacciuto,
di cui non vide il gemino emisperio
piú ceduto e schienuto e naticuto.
Ho fin qui detto piú d’un improperio,
ma con tutto il mio dir non ho saputo
far l’elogio che merita Tiberio.
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IN FAVORE DEL MEDESIMO
Bello e vezzoso come un amorino,
e rosso al pari d’una fragoletta,
innocentino come un’agnelletta,
odorosetto come un gelsomino.
Blando, amoroso quanto un cagnolino,
nitido e lustro come una gioietta,
tenero e molle come una polpetta,
e dolce coni’ è dolce un zuccherino.
Armonioso quanto un castroncello,
lieve di gamba al pari d’un cerbiatto
e sano com’è sano un campanello.
Ecco del mio Tiberio, ecco il ritratto:
ieri lo feci brutto, ed oggi bello:
se non fèssi cosi non sarei matto.