Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
LXXIV
SULLO STESSO ARGOMENTO
Al conte Giambattista Roberti, in nome di Luigi Vittorelli fratello dell’autore.
SONETTO ANACREONTICO.
Non v’invidio, a parlar schietto,
l’abitino ricamato,
o il cimiero edificato U)
dal bravissimo Pauletto ( 1 2 ).
Non v’ invidio il bel musetto
vermigliuzzo e delicato,
0 il sorriso inzuccherato
che par quel d’un amoretto.
Non v’ invidio il concistorio
ch’oggi fan le monacelle
lá nel santo parlatorio.
Tutte cose buone e belle.
Ma v’ invidio, e me ne glorio,
1 confetti e le ciambelle.
LXXV
SULLO STESSO ARGOMENTO
Or che t’involi ai boschi (Ergasto il saggio,
Ergasto mel narrò su quel pendio)
e degli armenti e dei pastori al dio
la tua vita consacri in puro omaggio;
queste ch’io colsi al mattutino raggio
fragolette nel verde orticel mio,
a te, casta fanciulla, offrir vogl’io
in un cestiti che mi donò Selvaggio.
Talor de la zampogna al rauco suono
l’altar ne spargo con sincero affetto,
e piace al nume il rustical mio dono.
Né a te questo mio don fia meno accetto,
poiché sol dolci, odorosette sono
e son vermiglie al par del tuo diletto.
(1) «... tot adhuc compagibus altum Aedificat caput >» Iuvenalis Satirarum
VI, 502-3.
(2) Paolo Bissacco cameriere della famiglia Roberti.