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In occasione di nozze, trovandosi il poeta afflitto da controversie.

È la pace un don del cielo;
io l’aveva ... o Dio! l’ho perso;
adocchiollo il Fato avverso,
e, crudele, mel rapi.

Dove fuggo? Ah! invan mi celo
nel piú cupo antro romito,
se perfino io son tradito
su l’altar de l’amistá.

38

Addottorandosi in ambe le leggi il coltissimo giovane signor Rocco Cántele.

Dei doni di virtú, natura ed arte
qual ti manca, o garzon? qual di fortuna?

Prendi, prendi gli allòr che Astrea comparte
e de le tue nutrici orna ciascuna.

39

Ad un elegante e modestissimo poeta.

Non temer degli ardori e non dei verni :
fiori del tuo giardin son fiori eterni.

40

All’illustre ed eloquente oratore signor don Francesco Adobati
che da Passano ritornava alla patria.

Tu parti ed io rimagno
in braccio del dolor;
ma vien per tuo compagno
di Iacopo ramor.

41

Per una magnifica edizione del Petrarca.

Ha qui loco piú degno il gran cantore
o nel sasso d’Arquá? Decida Amore.