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LII

AL SIGNOR DON BENEDETTO NOVELLETTI

per il suo primo sacrifizio.

Ascolta, o Benedetto. E questo il giorno
che le grazie migliori il ciel dispensa.

Vattene dunque a la beata mensa,
vattene pur di sacre spoglie adorno.

E fra quella che vedi a l’ara intorno
schiera d’amici si festosa e densa,
mira il buon genitor: miralo e pensa
quai voti e quanti in lui facciati soggiorno.

E chiedi al ciel che a le bell’opre ei nato
abbia sempre mercedi a l’opre uguali
e veggia lunga etá pria che soccomba.

Io cultor de le muse, io non ingrato
che piú tarde spirai Paure vitali,
spargerò carmi un di su la tua tomba.

LUI

PER LA ELEZIONE DI UN CANONICO (x)

la cui chiesa di residenza è poco frequentata,
eccitandolo ad introdurre la giornaliera celebrazione della messa solenne.

Questi sospiri io mando: — Or che t’elegge
al vedovile scanno il patrio assenso,
e lieta del favor, non del compenso,
va la virtude che t’adorna e regge;

tu di fervido zelo accendi il gregge,
onde al Santo, al Tremendo ed a P Immenso
fumi l ’aitar di mattutino incenso
e la tromba levitica festegge.

Chi può ridirlo? In non curato affanno
e l’ara e il candelabro e le colonne
di che vestirsi ornai, signor, non hanno.

Sol giusti vecchi e sol pietose donne
ne’ di festivi a consolar sen vanno
la desolata figlia di Sionne.

(1) II signor don Domenico Composteila.