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XV
PER NUOVO PARROCO
nella villa di Roman, castello, una volta, e residenza ordinaria di Eccelino.
Quel degno e illustre parroco,
che morte a voi rapi,
la pietra filosofica
cercava notte e di (0.
Ogni erba ed ogni semplice
amava di raccór,
per farli ne la pentola
comporre e discompor.
Dicea fra se medesimo:
— Coraggio, Nicolò.
Vedran, vedran gP increduli,
s’ io giunga al segno o no.
Voglio che questo popolo
ricco diventi piú
del popolo del Messico,
di quello del Perú.
Voglio che si rifabbrichi
la casa d’ Eccelin,
non di mattoni e ciottoli,
ma d’oro sopraffin.
Farò la mia canonica
lucente a segno tal,
che paia fra le tenebre
l’aurora boreal.
Al fulgido riverbero
del colle di Roman
in gricci ed in vertigini
i bassanesi andran. —
(i) Questa non è finzione poetica.