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IX

VERSI SCRITTI DALL’AUTORE

in nome di un fanciullino di quattro anni, figlio del conte Bertoldi di Belluno,
cosi pregato dall’avo conte Bartolomeo Pietá.

Un tenero fanciullo
che dirvi mai potrá,
se il gioco ed il trastullo
è appena quel che sa?

Non voglio tuttavia
parere un tronco in piè:
dirò la vita mia
in due parole o tre.

Son lieto e son vivace,
ho ingegno sopraffin:
la trottola mi piace,
mi piace il cagnolin.

Son pieno d’un affetto
che supera l’etá,
e guardo con rispetto
la mamma ed il papá.

Non manco di prontezza
in quello che convien.

La nonna m’accarezza,
e il nonno mi vuol ben.

Qualora veggo il nonno
esulto dal piacer,
e spesso in mezzo al sonno
lo torno a riveder.

Sin qua, per dirvi il vero,
studiai cosi cosi,
ma presto andar io spero
di lá de l’abbicci.

E in termine d’un anno
a forza di studiar,
farò, se non m’inganno,
farò trasecolar.