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VI
ALLA BELLA DORI
sopra l’esimia parrucca vereina.
Questa notte feci un sogno
de’ piú strani e piú bizzarri:
se volete eh* io lo narri
state attenta ad ascoltar.
Or che dama piú non siete,
ma una vaga forosetta,
scriverò la canzonetta
in istile familiar.
Mi pareva, o bella Dori,
che voi foste una vezzosa
ragazzetta spiritosa
di tre lustri ne l’etá.
Mi parea che nove o dieci
amorosi giovinotti
poverini ! fosser cotti
di si amabile beltá.
E tra i nomi piú famosi
scritti, o Dori, in quella lista,
v’era il conte Giambattista
ed il conte Nicolò.
Ma voi dura come un sasso
nato in cima a qualche monte,
l’uno e l’altro signor conte
mandavate con un no.
Finalmente, non so come,
a spiegarvi i propri ardori,
ecco viene, o bella Dori,
un amante peregrin.
Un amante che ricopre
la cucuzza inaridita
(o miserie de la vita!)
con un bianco parrucchin.