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POESIE VARIE ED EPIGRAMMI
a ramatale fanciullo
servir voglio di trastullo,
or tirando il piccinino
scricchiolante carrettino,
or lasciandomi palpare
coda e zampe, dorso e nare.
Giá vederlo mi rassembra
ben cresciuto ne le membra
condur Futili mattine
fra le ingenue discipline.
Giá lo sento e lo conosco
nel cirreo frondoso bosco
ricercarmi le midolle
con la delfica bimmolle.
Giá mi pare che squaderni
i filosofi moderni,
e talor avvien che nomi
certi barbari cognomi
verbigrazia in «icche» e in «ocche»
sconciatori de le bocche.
Ma badate eh’ e’ si guardi
da’ filosofi bugiardi,
le cui ciancie madornali
son bestemmie ereticali.
Fra costor il piú mal saggio
va spacciando in suo linguaggio
che le bestie, poverette,
sono industri macchinette
senza briciola nemmeno
d’intelletto e d’alma in seno.
Oh! qui fosse l’insolente,
ché vorrei subitamente
sgraffignargli da la zucca
la sacrilega parrucca;
e vedria se intende un gatto
quanto torto e qual n’ha fatto.
Ma n’andrebbe infino a sera
questa lunga tiritera.
Che far deggio? È tempo ornai
di troncarla. Ho detto assai.