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cui benefico destino
diede in premio a Cesarino?
— Che mi narri ! O poffar Giove ! —
10 soggiungo, e corro altrove,
ruminando ne V ingegno
se potessi un qualche pegno
offrir subito a la sposa
d’una gioia rispettosa.
Finalmente mi si desta
11 pensiero ne la testa
di mandar la prima volta
il mio nome a la Raccolta.
Ma il sospetto de le busse
a interromperlo m* indusse,
ben vedendo quale avria
fra l’armonica genia
accoglienza poco lieta
un quadrupede poeta.
Che farommi? Star non lece
sonnacchiosa, ed amo invece
per fuggire il brutto neo
d’un silenzio ingrato e reo,
tributarvi, come s’usa,
quattro ciarle a la rinfusa.
State adunque, o mia signora,
state attenta per brev’ora,
né temiate che incominci
a sfoggiare il quindi e il quinci.
Non son io quella frinfrina
erudita bestiolina (0,
che fu celebre rivale
de la bella provenzale,
e contenderle poteo
la metá del cicisbeo.
O splendor d’ogni altra sposa,
Enrichetta graziosa,
io sarò con la padrona
fedel serva e amica buona,
(1) La gattella del Petrarca, di cui Ieggesi in Arquá: «fgnis rgo prtmus, L aura
secundus erat».