Pagina:Vittorelli - Poesie, 1911 - BEIC 1970152.djvu/314

echeggiò questa sponda ! Io lo vedea
presso la bruna sera
passeggiar solitario
a le mie rive intorno,
e le gravi temprar cure del giorno.

No, che la sua memoria

non perirá negletta;

anzi vivrá del paro

col nome degli eroi nome si caro.

Dal monte ombroso
che stanimi al fianco,
un marmo bianco
io svellerò.

E al buon Giovanni
si prode e giusto
durevol busto
consacrerò.

UNA NINFA

Né dissimile, o padre,
è la donna gentil che in aurei nodi
seco strinse Imeneo
sul fiore de l’etá. Vedi qual luce
risplende nel bel ciglio
che l’anima incatena! osserva quante
grazie natie le adornano il sembiante !
Chi piú veloce e destra
nei giorni sacri a la letizia e al riso
tra le faci e i cristalli
guidò leggiadri balli?

Ah ! perché mai si presta

la sedicesma luna

il suo corso fini? perché non lice

da questi fondi algosi

recarti, o donna, un pegno

che del nostro dolore almen sia degno?

Se le materne sponde
non han gli eoi tesori,
gradisci e mirti e fiori
e accogli il buon desir.