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Vili
AL SIGNOR MARCHESE GIOVANNI PINDEMONTE
Per 1* illustre oratore signor abate Parise che aveva predicato in Venezia.
1
Deh china, o Pindemonte, il guardo estatico
e deponi le tibie lamentevoli,
per cui sul regai margine adriatico
piangemmo a le latine orgie colpevoli (0.
Or chieggo solamente un inno enfatico
di quei che tempri su le corde agevoli,
quando gli estri improvvisi ti commovono
e da la calda lingua i versi piovono.
2
Chi negar puote le ginestre e l’ellere
al chiaro vicentino, a l’uom benefico,
che l’ore non perdeo cercando svellere
qualche fogliuzza di nappel venefico,
ma coraggioso meditò di espellere
da l’infido terren l’angue malefico ( 1 2 ),
l’angue che respirava atra caligine,
onde appannare il Ver che in cielo ha origine?
3
Uscito da un burrone malinconico,
ove il gufo d’ Averno udiasi stridere,
pascevasi di fiele babilonico,
e di fiele godeva ogni erba intridere.
O Yinegia, o splendor del suolo ausonico,
chi fia che il maladetto osi conquidere?
qual arco illustre con un dardo semplice
la dura infrangerá scorza settemplice?
(1) La sua tragedia de’ Baccanali.
( 2 ) Le di lui prediche contro i miscredenti.