Pagina:Vittorelli - Poesie, 1911 - BEIC 1970152.djvu/302

8

Né rincrescer tal gloria ci dovrebbe
se da la donna il maschio è superato,
imperciocché la femmina ci debbe
d’averla in sul principio ammaestrato.
Senza d’un valentuom chi mai saprebbe
cucire i drappi e torcere il filato,
e con posticce zazzere disporre
su l’aerea cocuzza un’ardua torre?

9

o seguendo le mode piu novelle,
porsi in testa una cuffia stravagante,
che fa le veci di quaranta ombrelle,
perché il sol non offuschile il sembiante?
Ma non è buono se non è di quelle
che fabbrica in Parigi un mercadante
con industre lavoro e cura esimia
a la celebre insegna de la Scimia.

10

Fantastico Russò che intorno al letto
vuoi de’ bambini in orrido «visaggio»
la brutta strega e il rapitor folletto,
il divorante P>au, l’orco selvaggio,
onde spirar ne l’innocente petto
de’ balbettanti pargoli coraggio,
ecco abbracciar le donne i tuoi consigli
coi lor cuffioni spaventando i figli (0.

1 1

Ora si che le italiche matrone,
come un giorno Svetonio ne assicura,
al tempio di Cibele e di Giunone
offrirebbon la lor capellatura.

Eppur pensando al caso d’Assalone,
quell’immenso tupé mi fa paura.

Io che l’aveva ci pensai da vero,
e mel recisi, o donna, intero, intero.

(1) Questa ottava è ripetizione della xxiu del canto I del Tupé.