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Che ritardasi adunque? Al colle, al colle,
0 vergine felice, il piè rivogli.
Ecco flagranti d’estro ossa e midolle,
io varco in un baleno oceani e scogli.
Ma qual erta cola falda si estolle
tutta cosparsa di febei germogli?
qual gli trascorre in sen doppio ruscello?
10 non m’inganno: il bel Parnaso è quello.
T 7
Salve, sacrato monte, almo soggiorno
de le Muse, di Febo e dei poeti,
per volere d’Amor oggi ritorno
ai vecchi lauri, agli antri consueti.
Su, Elisa: egli vuol che in questo giorno
compiansi fedelmente i suoi decreti.
Ecco, il pierio sasso adoro in prima,
poi tento in compagnia l’arborea cima.
18
Antipoeti, o voi ne le cui vene
11 sangue gelidissimo ristagna,
bestemmiando il Parnaso e P Ippocrene,
radete la fangosa ima campagna,
a voi non dieder P inclite Camene
fianco da superar l’ardua montagna;
e di filosofia sotto la veste
male il difetto ricoprir vorreste.
19
Io sui vanni poetici trasvolo
al sacro in un balen vertice alpestre,
e il terracqueo sdegnando inerte suolo,
passeggio d’Orion la via cilestre.
Voi pareggiate con l’infermo volo
1 cespugli del campo e le ginestre:
io so vincere i cigni, e vosco gracchia
V invida al par di voi nera cornacchia.