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II

AL LAURO

1

Pianta eccelsa, immortal che a l’ombra accogli
lui che additommi di laudarti il metro,
se del tuo verde onor mai non ti spogli
crudo aquilone o verno algente e tetro,
se gli odorosi ed echeggiatiti scogli
per me d’Ascra sonaro e di Libetro,
se fui caro al tuo nume alcuna volta,
deh ! i rami inchina e le mie voci ascolta.

2

Mira quanti qui son giovani illustri,
cui bel desio di meritarti infiamma,
a’ sacri studi intesi e a Parti indvistri
che nutron l’alma d’onorata fiamma,
in cui non fia per volger d’anni e lustri
che il costante pensier non cangi dramma,
anzi al tuo vezzo ognor cerchili restauro,
te assai prezzando piú che gemme od auro.

3

Spiraro altri del di Paure serene
ove l’adriaca donna impera a l’onda;
altri ove sorge l’antenorea Atene
di cultissimi ingegni ognor feconda.

Chi de la Trebbia in su le fauste arene,
chi lá dove il Retron placido inonda;
e tal su l’erta e discoscesa balza
u’ la libera fronte Asolo inalza.