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XXXVIII
PER NOZZE COSPICUE
accadute in tempo che il principe Carlo avea riportata sui francesi
una segnalata vittoria.
Mentre il superbo che da PAI pi venne
ride fra i colmi nappi e si trastulla,
Paquila augusta che i superbi annulla
die’ un alto strido e inalberò le penne.
Ministro a Pire sue Carlo divenne,
Carlo che fra gli allori ebbe la culla;
e rivolto a la gallica fanciulla
giurò di torle i fasci e la bipenne.
Salva è PAusonia intanto, è salvo il dritto,
salve le patrie torri e i sacri marmi,
e Imene è un nume ancor, non un delitto 0.
Anzi ei move dal ciel fra i plausi e i carmi,
ond’abbia nuovi eroi Francesco invitto,
se nuova Gallia lo sfidasse a Panni.
XXXIX
PEL RITORNO DALLA FRANCIA IN ROMA
di Sua Santitá Pio VII.
Giunto il gran sacerdote ove di Piero
chiudesi in pace la terrena vesta,
lacrimando dicea: — Padre, ti desta,
e acerbo io narrerò caso, ma vero.
Del navicello tuo fatto nocchiero,
buia m’assalse Occidental tempesta:
fremevan gli euri, e in quella parte e in questa
l’onda rompea per subissarmi intero.
Me Pafifannoso mar due lustri tenne,
or lottando col flutto ora col vento:
pur le vele salvai, salvai le antenne. —
Udillo Pier, ma non rispose accento;
ché a si strenua virtú gli risovvenne
l’acqua di Tiberiade e il suo spavento ( 1 2 ).
(1) Vuoisi alludere ai matrimoni di quel tempo, privi di rito ecclesiastico.
(2) «Domine, salva nos, perimus». Mattheus, Vili, 25.