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24

Ivi con rispettosa ed umil faccia
veggo Massimilian prostrato a l’ara,
che l’usbergo depone, il brando slaccia
e chiede il sacro onor de la tiara.

Verso il giovine eroe stende le braccia
Fedrigo che la verga gli prepara;
e in rimirarlo dolcemente assorto,
quasi a la vecchia etá perdona il torto.

25

Né voi tralascio, o vaghe donne eccelse,
figlie di lei che onoro con l’ inchiostro,
e questi bianchi fior che Apollo svelse,
in tributo vi reco, e a voi mi prostro.
L’alto destin che al talamo vi scelse,
empie d’auree speranze il secol nostro,
che aspetta di veder ne’ figli alteri
le antiche Bradamanti ed i Ruggeri.

26

Salve, o madre d’eroi felice Augusta,
chiara per doti e per costumi egregi,
bella, saggia, pietosa, accorta e giusta,
luce del tuo bel sesso e onor dei regi.
Perché celebra ancor l’etá vetusta
de l’eroine favolose i pregi?

Ah ! chi parla di te soffrilo in pace;
narra insolite cose ed è verace.

27

Giá sul Po, sul Danubio e sovra il Reno
altro non chiede il popolo devoto
che un lungo corso al viver tuo sereno,
e fia che un lungo corso adempia il voto.
Me di robusta giovinezza pieno,
caro agli amici e a Febo non ignoto,
me piuttosto sul fior degli anni acerbi
tronchi la falce avara e te riserbi.