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20

Qui siede il gran Giuseppe a Marte caro
e pieno di consiglio in verdi lustri,
giovine eccelso che gli dèi serbaro
a magnanimi fatti e a palme illustri.

10 sul castalio margine preparo
un letticel di rose e di ligustri,

ove l’alto garzone, allor eh’ è stanco,
sieda e ricrei l’esercitato fianco.

21

Sempre vivrá quel fortunato istante
che volai per mirarlo a Tacque salse,
né del fisico austero e ripugnante,
né de la febbre pallida mi calse.

11 dolce influsso del regai sembiante
a l’epidaurio farmaco prevalse:
tornò l’estro vivace e a poco a poco
negli egri sguardi si raccese il foco.

22

Te pur io vidi sugli adriaci mari
lieti e superbi de la tua dimora,
saggio Pietro immortai, ch’orni e rischiari
il bel paese de T etnisca Flora.

Dopo il lungo squallor degli anni avari
per te risorgon le bell’arti ancora,
per te, regio signor, che avesti in dono
di Lorenzo e di Cosmo il genio e il trono.

23

De le terre lombarde inclito duce
sul cammin degli eroi Fernando viensi,
quell’amabil Fernando, in cui riluce
indole d’oro e generosi sensi.

Una diva gentil per man conduce,
dal tronco uscita dei famosi Estensi,
dal gran tronco che in lei finire elegge,
non potendo produr chi la paregge.