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4

Certo piú che mortai parve in quel giorno
che, il suo gran genitor venuto manco,
ferocemente assediolla intorno
il Bavaro e l’ Ispano e il Prusso e il Franco.
Che far potea nel vedovo soggiorno
priva d’amici e disarmata il fianco?

Esce Teresa, e come il ciel la guida
va tra l’ungare genti e in lor si affida.

5

D’ardire e di beltá ripiena il volto,
e cinta d’elmo il crin, d’usbergo il petto,
venia sovra un destriero, e in braccio accolto
essa teneva il regio pargoletto.

Giá corre desioso il popol folto
a vagheggiar quel sovrumano aspetto.

Beltá lo intenerisce, ardir lo accende,
e impugna l’armi e i dritti suoi difende.

6

Quando beltá si nuova e lusinghiera
fu sentita vagir ne l’aurea culla,

Pallade scese da la quinta sfera
e prese in guardia la gentil fanciulla.

Poi su la fresca gioventú primiera
di ciò che seppe non le tacque nulla;
e al bel labbro insegnò le voci ignote
de le piú culte nazion rimote.

7

Cresceva Augusta e col felice ingegno
vincea l’etade e la materna cura.

Giá penetrata di Sofia nel regno
tacita diessi a contemplar natura.

Scopri del mare il procelloso sdegno,
scopri dei fiumi la sorgente oscura,
e col guardo spiò gli alti segreti
del sole, de la luna e dei pianeti.